Si è svolto, la scorsa settimana a Bolzano, il salone delle intolleranze alimentari e della corretta alimentazione: Nutrisan. Unito al Nutrisan si è svolta la fiera dell’eccellenza regionale biologica, Biolife.
Tre giornate dedicate alle eccellenze bio, provenienti da ogni angolo d’Italia, e ai migliori prodotti per intolleranti e allergici, assieme ad alimenti speciali o per particolari fasi della vita. Soprattutto, tre giornate dedicate ad un corretto stile alimentare, non solo da un punto di vista nutrizionale, ma anche di educazione e di conoscenza. Infatti “l’obiettivo del salone è diffondere la cultura di un corretto approccio alimentare e nutrizionale presentando gli alimenti adatti a situazioni specifiche e ad intolleranze”
Sana informazione, sana nutrizione. Anche sano gusto!
Se l’1% della popolazione è celiaco, circa il 5% della popolazione è sensibile al glutine (gluten sensitivity), ma anche l’intolleranza al lattosio è rilevante a livello mondiale, ma anche sul nostro territorio con diversi gradi di entità e gravità (circa il 40 %, comunicato Nutrisan). Con questa ultima spesso si confonde e si misconosce l’intolleranza alle proteine del latte, che appartiene alla grande categoria dell’intolleranza delle proteine alimentari (Nocerino A. et al., 2014). Così, bene che ci sia il prodotto delattosato, ma sarebbe bene evitare anche le proteine del latte vaccino che possono essere coinvolte in varie sintomatologie e in varie allergie (N.d.A il latte vaccino è un panallergene per varie allergie non alimentari, molto studiato dagli esperti e troppo poco considerato dai pazienti).
Si può resistere ad un gelato senza glutine e senza latte, ma anche senza grassi idrogenati, emulsionanti, ecc.? Con tutti questi senza, in molti penseranno sia senza gusto… errore! Quello che ho assaggiato era una esplosione di vero sapore; ho testato il cioccolato – un gusto che non mente. Ho scoperto poi che la gelateria Gnam Gnam è di Bassano del Grappa; è una gelateria bio che si è dedicata alle intolleranze alimentari e anche agli stili di alimentazione ad ampio spettro, così da loro ognuno può scegliere.
Tra i tanti stands si annusa profumo di pane: un pane nero, pieno di semini, profumato e dal gusto pieno. Quando la persona allo stand mi chiede di assaggiarlo, la prima cosa che rispondo è “guardi, devo evitare ogni fonte di glutine e di latte e derivati” e la sua risposta è “Perfetto! Questo è senza glutine, senza latte, senza zucchero aggiunto, senza OGM, con farine naturali e disoleate, senza cereali…” Anche chi è abituato al senza, con tutti questi senza si smarrisce un po’, ma il profumo del pane è molto invitante. Lo assaggio: vero pane nero, pieno di fantastici semini, splendido profumo e sapore pieno, nulla da invidiare ad un analogo pane glutinoso. Oltre a non contenere latte e derivati e ad essere senza glutine, molti dei loro prodotti sono adatti anche a chi soffre di diabete o di sindrome metabolica, sempre con molto gusto. Dallo stand della Sma-li ho portato via con me un fantastico ricordo e anche un piccolo bottino.
Passeggiando, in attesa del convegno “I miti dell’alimentazione nella vita quotidiana”, ho trovato oli bio da tutta la penisola, eccellenze nazionali come lo zafferano marchigiano, ma anche splendidi formaggi tutti bio e molti di latte di capra, che per le sue caratteristiche e proprietà è anche adatto a chi è intollerante alle proteine del latte vaccino, oltre ad essere più digeribile.
Inoltre, ho avuto la sorpresa di trovare una azienza umbra, biologica, che si occupa sia di grani antichi, ma anche di cereali naturalmente senza glutine, che certifica la sua filiera senza glutine, e produce grano saraceno e miglio: è la KeBio.
Il convegno “I miti dell’alimentazione nella vita quotidiana” ha visto la presenza di diversi esperti coinvolti nell’alimentazione: medici nutrizionisti, dietisti, studiosi delle scienze gastronomiche, psicoterapeuti; alimentarsi è educarsi ed essere educati, informarsi ed essere informati a trecentossessanta gradi. Nel mare magnum di diete, dietine e dietucole, di informazioni spesso da fonti sconosciute o non certificate, spesso non affidabili, è difficile nuotare, ma questo convegno è stato un vero salvagente.
Nel suo intervento la professoressa Gabriella Morini, docente e ricercatore di Chimica Organica all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, sede di Pollenzo (CN), ha toccato diversi argomenti: dalla composizione chimica del cibo alla chemorecezione, ovvero al gusto e all’olfatto, dall’ecologia umana ai comportamenti alimentari. Così, scopriamo che l’organo più importante del gusto è proprio il cervello, che la dipendenza da cibo è tipica di ogni essere umano – perché mangiare è sopravvivenza -; dall’introduzione dell’agricoltura nell’esistenza umana, circa diecimila anni fa, la selezione dei prodotti e la loro trasformazione ha influenzato l’ecologia umana ed i comportamenti alimentari. Se per gli uomini, che sono comunque tutti biodiversi, il cibo è sempre stato un artefatto, ovvero una trasformazione delle materie prime, attualmente si osservano degli eccessi, come le splendide mele insaporite al tropical blast o alla gomma americana, con aromi assolutamente naturali, vendute in sacchetto. Tra l’uso smodato di additivi di ogni tipo e chi sostiene che qualsiasi additivo sia come la Morte Nera di Guerre Stellari, c’è un universo da comprendere e nel quale vivere.
Seguendo delle chiacchiere da bar mi sono posta questa domanda: perché viene criticato aspramente un prodotto “normale” senza glutine e senza latte e lattosio, presente nella grande distribuzione, con la sua bella etichetta e la cui shelf life (leggasi data di scadenza) è di due mesi, mentre piace di più, è più appetibile un analogo prodotto bio, sempre senza glutine e senza latte e lattosio, con la sua bella etichetta, la cui shelf life è di sei mesi sei?
Probabilmente, prima dell’assaggio e del gusto quindi, altri fattori pesano sulla scelta alimentare e quindi sullo stile di alimentazione e sulla percezione di buono e sano che ognuno di noi ha. Fermo restando che siamo tutti biodiversi, bisogna davvero riflettere su cosa consideriamo come sano, come naturale, come chimico, come sintetico. Questo va al di là del leggere le etichette, che è comunque fondamentale. Inoltre, come già sottolineato in un altro articolo, bisogna cominciare a distinguere tra prodotti bio, soprattutto nel mondo senza glutine, senza latte e senza altri senza, per evitare di arrivare poi all’eccesso della famosa mela aromatizzata.
Tra gli altri interessanti interventi, mi ha molto colpito quello della psicoterapeuta Raffaela Vanzetta, che ha parlato di diete tra mito e ossessione. Da uno studio in Alto Adige è emerso che se circa l’8% dei ragazzi tra gli undici e i quindici anni sono sovrappeso, tendenti all’obesità, il 25% dei ragazzi nella stessa fascia d’età sono sotto peso, tendenti anche alla malnutrizione. Così, se si conoscono gli effetti del sovrappeso e dell’obesità sulla salute e i chili di troppo si notano immediatamente, gli effetti del sottopeso e della malnutrizione sono altrettanto gravi, ma subdoli, nascosti, quasi approvati dalla percezione che si ha attualmente del corpo umano. Il gusto estetico condiziona quindi l’alimentazione, ma in senso negativo – al sovrappeso sono associate qualità negative, il sottopeso è considerato l’ideale da raggiungere. Così come i pregiudizi sugli alimenti, ciò è altrettanto preoccupante.
Nutrisan, in tutti i suoi aspetti, vuole invitare ad abbandonare ogni forma di pregiudizio in campo alimentare, ad avere uno stile di vita sano e bio, ma con gusto ad ampio spettro e soprattutto accompagnato da una informazione aperta, certificata e affidabile.
Fonti bibliografiche e visive
Fonti visive dell’autore
http://emedicine.medscape.com/article/931548-overview
comunicati stampa Nutrisan
appunti personali
Bellissimo Fabiana!
A parte che mi sa che l’anno prossimo vengo con te 🙂
spero davvero che questa sia la strada giusta per cambiare la mentalità di tanti consumatori!
Anna Lisa sarebbe bellissimo.
L’approccio è interessante sia dal punto di vista dei produttori sia da quello dei consumatori