New York senza glutine si può immaginare?
La nostra socia, Serena Gori, che vive nella Grande Mela, ha per un giorno deciso di far finta di essere celiaca e si è avventurata in un itinerario metropolitano alla ricerca di locali gluten free senza troppa pianificazione. Vediamo se almeno a New York, dove tutto è possibile, un celiaco ha la possibilità di mangiare ovunque e seguiamola nel suo interessante percorso.
New York, multietnica e in continuo cambiamento, è una città pulsante in cui puoi scegliere di vivere a ritmi velocissimi oppure estremamente calmi; qui puoi fare quasi tutto! Bisogna ricordare però che New York non è solo Manhattan; lo stato di New York è formato da 5 distretti: Manhattan, Queens, Staten Island, Brooklyn, Bronx e noi li andremo a scoprire con i loro quartieri. Quando ci si riferisce a Manhattan, si dice che è possibile mangiare ogni tipo di cibo. Scopriamo se è veramente così!
Il mio itinerario inizia da Port Authority, terminal dei Bus e punto di arrivo della Metro. Da qui si arriva e si parte per gli aeroporti di New York: JFK e La Guardia oppure per andare nel New Jersey o altri stati.
L’itinerario prevede di vedere il Flatiron Building, la Madison Square Park e poi la High line. Quindi direzione Times Square per poi prendere la Broadway, la avenue più antica della città, detta anche la “via dei teatri” oppure se vogliamo tradurla letteralmente “Broad way: via larga” che attraversa in diagonale lo schema delle vie di Manhattan. Lungo il suo percorso, all’incrocio della Broadway con la 5th Avenue, all’altezza della 22th e 23th street, si trova il Flatiron Building (per gli appassionati dei fumetti, si trova la sede del Daily Bugle di Spiderman).
A poca distanza , c’è un locale Gluten Free e Vetegetarian molto conosciuto il Mozzarelli’s, dove avevo pensato di prendere il pranzo da gustarmi sulla High Line.
Fiduciosa ho iniziato la mia giornata e mi sono goduta la passeggiata che da Port Authority mi ha portato verso Times Square e poi sulla Broadway. Temperatura -3 ma con sole e senza vento si stava bene. Passeggiare sulla Broadway fa sempre bene allo spirito, s’incontrano molte persone e poi ci sono delle installazioni di opere molto belle che rallegrano la passeggiata come per esempio il “Fancy Animal Carnival”, del famoso artista contemporaneo Taiwanese Hung Yi.
Durante il percorso, mi sono concessa qualche piccola deviazione: Bryan Park per vedere la pista di pattinaggio che resterà aperta fino al 5 marzo, una capatina all’ingresso dell’Empire State Building incontrando la West 34th per poi arrivare al Flatiron Building e godermi la vista di tutta piazza.
Qui come quasi in tutta la città, c’è un ottimo wi-fi, basta registrarsi e puoi anche telefonare con whatsapp a casa! Guardando il grattacielo sulla destra, vediamo Eataly in cui indugiare per un po’ è sempre piacevole.
Scattate le foto d’obbligo (non riesco a trattenermi anche se ne ho già molte), ho preso una spremuta di arancia al “Flatiron Green Café” e mi sono messa a sedere ai tavolini all’aperto a leggere la guida che riporta queste info: Il Flatiron District, prende il nome dal famoso palazzo “Flatiron Building” progettato da Daniel Burnham e costruito nel 1902. L’edificio in stile Beaux arts alto venti piani ha facciate in pietra calcarea e terracotta che diventano sempre più belle e complesse man mano che le si osserva. Malgrado i dubbi iniziali sulla sua stabilità, il grattacielo è ancora qui e anche se al confronto con gli altri edifici della zona non vi sembrerà granché alto, si tratta di uno dei primi grattacieli costruiti. Un vero e proprio simbolo di New York.
Leggendo la mia guida di NY ho cercato il “Mozzarelli’s” o altri locali che offrissero menù gluten free ma purtroppo senza risultato. Sono indicati i locali per vegetariani, vegani, gay, tipo di musica etc ma niente sulle intolleranze. Sicuramente un punto debole che dovrebbe essere colmato!
Mi sono quindi avviata verso il mio unico riferimento gluten free, Mozzarelli’s. Arrivata lì… ho la sorpresa: locale chiuso per ristrutturazione!!!
Vi prometto che ci tornerò!
Mi guardo intorno e ho due scelte: entrare in un altro locale vicino anche non espone nessuna scritta gluten free oppure cercare su internet un’alternativa. Scelgo la seconda via e mi dirigo al più vicino Whole Foods Market che dista 10 minuti a piedi in 250 7th Ave, direzione High Line. La seconda meta della giornata. Un vero supermarket con prodotti di tutti i tipi molto diffuso a NYC in cui è possibile preparare un piatto secondo il proprio gusto, una specie di self service dove ci si può servire da soli. Tutto si paga a peso a eccezione delle zuppe che vanno a seconda della grandezza della ciotola. C’è anche un angolo sushi da preparare al momento.
Entro e inizio a cercare prodotti gluten free. Trovo un po’ di tutto ma nessun riferimento esplicito al senza glutine. Una buona soluzione per me può essere quella di prepararmi una box scegliendo prodotti naturalmente senza glutine situati lontano da altri con glutine che potrebbero essere stati contaminati accidentalmente. Ma se volete essere sicuri di non incorrere in problemi, cercate qualcuno a cui chiedere come vengono cucinate le pietanze.
Dopo un’accurata indagine noto che le verdure sono dislocate a parte cosi inizio a preparare la mia box: verdure grigliate (zucchine, peperoni e melanzane), e un assaggio di un piatto composto da insalata, pomodori, mais e amaranto.
Sono soddisfatta e tutto sommato mi sento tranquilla. Ovviamente niente pane e niente dolci.
In alternativa potrete trovare prodotti confezionati gluten free sugli scaffali del market.
Pago e mi dirigo verso la High Line dove scelgo la prima panchina al sole con una vista verso l’Hudson.
Leggo la guida mentre consumo il mio pranzo che spiega: all’inizio del ‘900 la zona ovest di Manhattan era la più industrializzata e per liberare le strade dal traffico pesante fu costruita la ferrovia sopraelevata: lunga 1,5 miglia sopraelevata dal terreno ad un’altezza di 9 metri. Con lo sviluppo del trasporto su strada la ferrovia perse di utilità e nel 1980 fu chiusa. Peter Obletz, un residente di Chelsea nonché attivista, si oppose alla sua demolizione e nel 1999 venne fondata l’associazione Friends of High Line con l’obiettivo di preservarla e riutilizzarla come spazio pubblico. La bellezza e la particolarità di questo parco è data dal fatto che siano stati mantenuti ampi tratti dei binari originali. Dalla High Line si può ammirare la statua della Libertà ma anche momenti di vita quotidiana sbirciando attraverso le finestre degli appartamenti che si affacciano sul percorso.
Continuo a percorrere la High line fino alla fine direzione Chelsea per poi percorrerla al contrario e tornare a Port Authority.
Si conclude cosi la mia giornata e mentre torno a casa faccio qualche riflessione sulla mia esperienza di turista “celiaca per caso”: non è semplice, bisogna avere una buona capacità di adattamento culinario, una buona se non ottima conoscenza dei prodotti e della loro composizione. Bisogna essere anche organizzati e portarsi dietro magari del pane da farcire con i prodotti disponibili nei market e sicuramente il consiglio è quello che vale un po’ per tutto il resto del mondo: informarsi a priori su nomi e indirizzi e magari fare anche una telefonata per prenotare.
Al prossimo tour! Take care!
ti suggerisco…a New York City, La Ribalta… Un’espetienza gastronomica all’italiana…Senza Glutine! Ciaooo
Grazie mille Sania!
Lo abbiamo segnalato alla nostra Serena così potrà visitarlo di persona 😉