Le fragole: curiosità, storia, poesie e canzoni
Oggi la nostra amica Leti di Senza è buono ci racconta un po’ di curiosità sul nostro ingrediente del mese del GFCalendar, le fragole, davvero interessante. Gustiamocelo.
Le fragole, dolcissime e polpose, sono l’ingrediente protagonista del Gf Calendar di questo mese. Versatili in cucina, si prestano a ricette dolci e salate e, grazie al loro colore, sono in grado di dare un tocco in più ai nostri piatti.
Ma sapete davvero tutto di questi piccoli dolcissimi cuori dal colore rosso rubino?
Le fragole, bacche o frutti?
Le fragole non sono bacche, anche se dalle loro caratteristiche verrebbe da pensarlo spontaneamente, perché sono piccole, carnose e commestibili. Ma allora, sono frutti? Neppure.
Anche se dal punto di vista nutrizionale contengono vitamine e minerali, le fragole sono considerate dalla botanica un falso frutto, o meglio, un frutto composto. I veri frutti sono i semini gialli che si trovano sulla sua superficie, detti anche acheni. In media ogni fragola avrà circa 200 acheni. La famiglia a cui appartiene è la stessa delle rose: se ci avviciniamo ad una pianta in piena fioritura, ci accorgiamo del profumo che emana.
Le fragole, medicina per il corpo e per l’anima
Il loro uso alimentare e terapeutico affonda nella notte dei tempi: i reperti archeologici testimoniano che gli uomini dell’antichità erano ghiotti di fragole, proprio come San Giovanni Battista, vegetariano convinto e come San Francesco di Sales, che lodava il loro meraviglioso sapore.
I Romani coltivavano le fragole per curare moltissime malattie, dalla depressione, alla febbre, fino al mal di gola e ai calcoli renali. E sulla loro nascita avevano anche creato un mito: la dea Venere, a causa della morte del suo amato Adone, per la disperazione, pianse copiosamente e quelle lacrime, appena toccarono terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi, le fragole, chiamate fragrans, proprio per ricordare il loro profumo inebriante.
Il poeta Virgilio, in una delle sue Egloghe, metteva in guardia i ragazzi, che durante le loro passeggiate nei boschi avrebbero potuto incontrare serpenti nascosti mentre raccoglievano le nascentia fragra. Plinio, invece, definiva le fragole come un prezioso frutto del bosco, da apprezzare per la sua dolcezza. Linneo, fondatore della moderna botanica, le chiamava bene di Dio, in virtù della loro proprietà anti-gotta.
Nel Medioevo, le fragole erano addirittura una medicina dei sentimenti, tanto da essere prescritte agli amanti disperati, per placare le passioni d’amore. Ma, con il tempo, divennero anche simbolo della tentazione.
In Francia, durante il regno di Luigi XVI, il Re Sole, le dame, in occasione delle feste di corte, affondavano il cucchiaino nelle coppe di fragole cosparse di zucchero e panna e questo era un chiaro invito al cavaliere prescelto.
In Inghilterra, Shakespeare le definiva cibo delle fate, perché quei rossi cuoricini polposi riuscivano a conservare il loro fascino, perfino sotto l’ortica.
Viaggiando verso il Nuovo Mondo, troviamo, invece, un’affascinante leggenda Cherokee, secondo la quale le fragole furono messe sulla Terra per convincere la prima donna del creato a fare pace con il primo uomo, in seguito a un litigio. La prima donna si trovò nel bosco, circondata da queste piante ricche di fiori delicati e di frutti rossi, dolcissimi. Li mangiò e, d’un tratto, dimenticò la rabbia, tanto che desiderò tornare dal suo uomo per condividere un cestino di fragole.
Fragole, metafore e canzoni
Come avrete capito, queste piccole delizie hanno davvero attraversato i secoli. In realtà, quelle che mangiamo oggi sono il risultato di un incrocio tra le diverse varietà europee con quelle americane. In ogni caso, questi piccoli cuori rossi sono amati in tutto il mondo e sono addirittura protagonisti di poesie e canzoni.
Nell’Ottocento, il poeta francese Baudelaire usò la metafora della fragola per descrivere la bocca di una donna nella sua poesia Le metamorfosi di un vampiro, che fa parte della celebre raccolta I fiori del male, all’epoca censurata perché ritenuta scabrosa.
Nel 1901 Giovanni Pascoli, in occasione del matrimonio di un suo amico, scrisse Il gelsomino notturno. La celebre poesia parlava della prima notte di nozze, attraverso la metafora di questi fiori, che sbocciano al buio e che hanno lo stesso profumo delle fragole.
E i poeti moderni, i cantautori di oggi, si lasciano ispirare da questi piccoli frutti, per le canzoni più romantiche: Vasco Rossi nella canzone Sally ricorda che prima la vita era più facile quando si potevano mangiare anche le fragole. Nell’altro brano celebre, dal titolo E… , Vasco, con fare ammiccante, si rivolge alla sua donna: …e se mordo una fragola, mordo anche te…
E come dimenticare la canzone orecchiabile dei Modà? …Eccoci qua a guardare le nuvole su un tappeto di fragole…
E dopo questo panorama, lasciatevi guidare dall’istinto e dalla creatività e inviate al GF Calendar le vostre ricette a base di fragole 😀
E adesso se volete vedere qualche ricetta per ispirarvi, potete guardare qui.
A me non resta che ricordarvi le regole per partecipare al GFCalendar:
1. avete tempo fino al 31 marzo per mandare tutte le ricette con le fragole che volete, sia dolci che salate, con l’unica limitazione che siano senza glutine;
2. Le ricette devono essere inserite in questo formulario, ma bisogna lasciare anche il link sotto questo post;
3. Dovete esporre questo banner nel post e nel vostro blog
4. Dovete scrivere: con questa ricetta partecipo al #GFCalendar di marzo sulle fragole di Gluten Free Travel & Living e la collaborazione di Cinzia di Il Forno Incantato.
E questo è tutto!
E ricordatevi che se volete vedere le vostre foto sulla nostra gallery di Instagram, usate l’hashtag #GFCalendar e taggateci.
Infine, essendo oggi il 100% Gluten Free (Fri)Day, vi ricordo come partecipare:
1. Postate sul vostro blog una ricetta senza glutine SOLO IL VENERDI;
2. Mandatela QUI esponendo questo banner nel vostro blog
Fonte:
Anche stavolta: Brava Leti!