La legge 123 del 4 luglio 2005, pubblicata nella G. U. 7 luglio 2005 n. 156, sancisce le norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia e riconosce ai celiaci una serie di diritti come per esempio il diritto all’erogazione gratuita di alimenti dietoterapeutici (quelli provvisti del bollino rotondo verde/bianco Ministeriale per intenderci), successivamente, il Decreto Legge del 04/05/2006 ha stabilito le norme e fissato i tetti massimi di spesa a livello nazionale per l’erogazione dei prodotti senza glutine. Ogni regione ha però la facoltà di modificare questi tetti di spesa, solitamente aumentandoli, grazie all’utilizzo di fondi e risorse regionali come previsto dalla legge sulla Devolution di qualche anno fa che consentiva alle regioni di prendere alcune decisioni autonome, anche in materia sanitaria.
I tetti di spesa nazionali, fissati dal D.L. del 04/05/2006 sono i seguenti:
Fascia d'eta' |Tetto mensile M |Tetto mensile F 6 mesi - 1 anno |Euro 45,00 |Euro 45,00 fino a 3,5 anni |Euro 62,00 |Euro 62,00 fino a 10 anni |Euro 94,00 |Euro 94,00 eta' adulta |Euro 140,00 |Euro 99,00
Le differenze degli importi fra maschi e femmine adulti si basano sul diverso fabbisogno calorico tra i due sessi, in talune regioni però questa differenza non viene considerata e gli importi per maschi e femmine sono uguali.
Occorre inoltre ricordare che l’importo del buono è a parziale copertura della differenza fra il prezzo del prodotto “normale” e del corrispondente “senza glutine”, per farla breve è una sorta di compensazione. Inoltre gli importi sono stati studiati tenendo conto del fabbrisogno medio mensile di una persona per l’acquisto di pasta/farina/pane/fette/cracker/grissini/biscotti/dolci sulla base della piramide alimentare, tenendo conto che moltissimi alimenti sono naturalmente privi di glutine (es. carne, pollame, verdure, frutta …ecc.).
In questa prima parte analizzeremo la situazione nelle seguenti 10 regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli V.G., Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Umbria. Come potete vedere voi stessi vi possono anche essere notevoli differenze fra una regione e l’altra.
Piemonte:
la Deliberazione della Giunta Regionale (D.G.R.) n° 7-5661 del 10/04/2007 ha fissato i seguenti limiti massimi di spesa per l’erogazione degli alimenti senza glutine (indipendentemente dal sesso):
da 6 mesi a 1 anno: € 45 IVA esclusa
fino a 3,5 anni: € 62 IVA esclusa
fino a 10 anni: € 94 IVA esclusa
età adulta: € 120 IVA esclusa
Per gli adulti il buono cartaceo mensile, un foglio A4, è suddiviso in 4 tranches da € 30 cadauno IVA esclusa, spendibili in diversi negozi. I buoni vengono consegnati per l’intero anno e vanno ritirati presso lo sportello ASL predisposto (in taluni casi è necessario prenotarne il ritiro). In Piemonte i buoni possono essere spesi, oltre che in farmacie, parafarmacie e negozi specializzati, anche nella GDO (per ora solo i supermercati della catena Coop) dell’intera regione.
Valle d’Aosta:
già dal 2001 la Regione Autonoma della Valle d’Aosta aveva deliberato in merito alla modalità di erogazione e ai tetti di spesa per l’alimentazione particolare rivolta ai soggetti celiaci. La recente deliberazione della Giunta Regionale n° 160/2011 ha fissato un tetto di spesa mensile pari a Euro 142,23 per l’erogazione, a carico del
Servizio Sanitario Regionale, di alimenti senza glutine ai soggetti affetti da morbo celiaco, con esclusione dei minori in età pediatrica (0-14 anni), per i quali vale
esclusivamente il limite delle quantità massime di alimenti senza glutine erogabili mensilmente, indicate nell’elenco sottostante:
Il sistema per l’acquisto degli alimenti è generalmente il seguente: i celiaci, provvisti di tesserino di esenzione, devono recarsi mensilmente dal proprio medico di famiglia per farsi fare la prescrizione degli alimenti sul ricettario standard (quello delle ricette rosse per intenderci) e potranno poi ritirare in farmacia i prodotti necessari fino al raggiungimento del tetto massimo mensile di € 142,23. La ricetta non è spendibile nella GDO.
Lombardia:
i tetti massimi di spesa sono quelli fissati dalle Linee Guida Nazionali, ossia:
da 6 mesi a 1 anno: € 45 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 3,5 anni: € 62 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 10 anni: € 94 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
età adulta: € 140 IVA esclusa (per i maschi) e € 99 IVA esclusa (per le femmine)
L’importo sopra indicato viene caricato in automatico sulla tessera sanitaria del celiaco e può essere usato solo con l’ASL del territorio, non è quindi possibile spenderlo fuori dal proprio distretto socio-sanitario. In alternativa è possibile richiedere delle ricette per poterle spendere anche in altri distretti ma l’operazione non è agevole. L’importo mensile è spendibile solo in farmacie, parafamacie e nei negozi specializzati.
Trentino :
in questa provincia autonoma è in vigore un sistema particolare. Da ottobre 2012 il buono mensile viene sostituito da un contributo trimestrale che viene versato direttamente dall’ASL sul conto corrente bancario del celiaco (per i minorenni viene versato sul conto di uno dei genitori).
Gli importi sono i seguenti (Nuovo regolamento da gennaio 2015):
maschi e femmine da 0 a 3 anni: € 186
maschi e femmine da 3 a 8 anni: € 282
maschi oltre 8 anni: € 420
femmine da 8 a 15 anni: € 297
femmine oltre 15 anni: € 300
La cifra erogata va spesa nel trimestre, è necessario conservare lo scontrino di acquisto dei prodotti nel caso di controlli delle autorità preposte, gli acquisti possono essere effettuati sia in in farmacie, parafarmacie, negozi specializzati, GDO.
Alto Adige:
dati non pervenuti.
Veneto:
i tetti massimi di spesa sono quelli fissati dalle Linee Guida Nazionali, ossia:
da 6 mesi a 1 anno: € 45 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 3,5 anni: € 62 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 10 anni: € 94 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
età adulta: € 140 IVA esclusa (per i maschi) e € 99 IVA esclusa (per le femmine)
I buoni sono cartacei, divisi in 4 tranches, in applicazione della previsione contenuta nella Legge Regionale del 7 novembre 2008, spendibili nelle farmacie, parafarmacie, negozi specializzati e anche nella GDO (anche se sono ancora pochi i supermercati che li ritirano).
La suddivisione in tranches nel Veneto è la seguente:
Friuli Venezia Giulia:
i celiaci adulti hanno a disposizione € 135 euro al mese, indipendentemente dal sesso, divisi in 4 impegnative da € 25 e una da € 35, i buoni-ricetta vengono forniti dall’ ASL una volta all’anno tutti assieme ma sono fruibili solo per il mese indicato sull’impegnativa. Possono essere spesi nelle varie province e nei vari negozi, farmacie ecc. Nella tabella sottostante sono raccolti i seguenti dati, da sinistra verso destra: fascia d’età, importo mensile in €, numero e importo del buono-ricetta:
Liguria:
i tetti massimi di spesa sono quelli fissati dalle Linee Guida Nazionali, ossia:
da 6 mesi a 1 anno: € 45 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 3,5 anni: € 62 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 10 anni: € 94 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
età adulta: € 140 IVA esclusa (per i maschi) e € 99 IVA esclusa (per le femmine)
I buoni sono suddivisi in tranches come sotto indicato:
I buoni sono spendibili nelle farmacie, parafarmacie, negozi specializzati e anche nella GDO (per il momento solo Coop e Esselunga).
Emilia Romagna:
i tetti massimi di spesa sono quelli fissati dalle Linee Guida Nazionali, ossia:
da 6 mesi a 1 anno: € 45 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 3,5 anni: € 62 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 10 anni: € 94 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
età adulta: € 140 IVA esclusa (per i maschi) e € 99 IVA esclusa (per le femmine)
In Emilia Romagna vengono inviate a casa tramite raccomandata tre tranches di buoni, ogni mese è a sua volta suddiviso in quattro importi uguali per poter essere speso in diversi negozi. Il primo invio viene effettuato all’inizio dell’anno e copre i mesi da gennaio a aprile, il secondo copre invece da maggio a agosto e infine il terzo da settembre a dicembre. I buoni possono essere spesi sia nelle farmacie che nei negozi specializzati, nelle parafarmacie e nella GDO (es. Conad, Coop, Nordiconad) dell’intera regione.
Toscana:
dal 1 gennaio 2013 i tetti di spesa individuati dalla delibera della Giunta Regionale 723 del 26 luglio 2004 sono così rideterminati :
da 6 mesi a 3 anni: 60 euro (maschi e femmine)
da 3 anni a 10 anni: 90 euro (maschi e femmine)
maggiori di 10 anni: 125 euro (maschi) 110 euro (femmine)
La cifra mensile viene erogata in buoni cartacei di importi variabili dai 5€ ai 20€, i buoni si ritirano una volta all’anno presso l’ASL di competenza e sono spendibili, solo nell’arco del mese indicato sui buoni stessi, sia in negozi, parafamacie, farmacie e nella GDO (es. Coop e Esselunga).
Dovrebbero poter essere spesi sull’intero territorio regionale ma può capitare che negozi di province diverse da quella in cui sono stati emessi a volte non li accettino.
Umbria:
i tetti massimi di spesa sono quelli fissati dalle Linee Guida Nazionali, ossia:
da 6 mesi a 1 anno: € 45 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 3,5 anni: € 62 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
fino a 10 anni: € 94 IVA esclusa, indipendentemente dal sesso
età adulta: € 140 IVA esclusa (per i maschi) e € 99 IVA esclusa (per le femmine)
A Perugia e Foligno è disponibile la tessera elettronica, mentre, a Città di Castello e Terni vengono consegnati i buoni cartacei. In Umbria gli importi sono spendibili in farmacie, parafarmacie, negozi specializzati e, da fine 2013, anche nella GDO.
Il fatto che i buoni siano spendibili praticamente solo nella regione che li ha emessi e non su tutto il territorio nazionale determina comunque problemi alle persone che si spostano per motivi di lavoro, studio e anche per semplici viaggi di piacere. In alcune città esistono negozi che ritirano anche buoni di altre regioni per venire incontro alle necessità di alcuni clienti ma sicuramente, data la nostra burocrazia, non è una pratica semplice, soprattutto per quanto riguarda i rimborsi. Senza contare che in alcune regioni (es. Lombardia) è difficoltoso pure spenderlo fuori dalla propria provincia e/o distretto sanitario! Considero invece positivo il fatto che il buono mensile possa essere frazionato e suddiviso in due o più tranches poiché permette di effettuare gli acquisti in diversi negozi, anche se in alcune regioni è una conquista piuttosto recente.
Nel prossimo articolo analizzeremo invece la situazione nelle restanti regioni.
Permettetemi di ringraziare Christina, Sara, Martina, Alessia, Elisabetta, Jessica, Giulia, Sabina, Tiziana, Anna e Gaia che mi hanno gentilmente fornito dei dati per elaborare questo articolo.
Trentino – Alto Adige Sudtirol sono due provincie diverse. quello che descrivete è giusto in Trentino. In sudtirol Alto Adige ci sono ancora i 12 bollini annuali
Grazie Marco della segnalazione, la persona con quale avevo parlato non mi aveva avvisata di questa distinzione. Provvedo subito a aggiornare l’articolo R.M. GFT&L
vorrei sapere perche nelle altre regioni non utilizzano i buoni e quindi siamo costretti ad andare in farmacia
non è giusto
Le regioni hanno piena autonomia nella scelta delle modalità di erogazione dei buoni e dei relativi importi, in alcune (pochissime) è stato da poco introdotto l’uso della tessera sanitaria anzichè i buoni cartacei, chissà che presto questo nuovo modello non venga copiato anche dalle altre regioni 😉 R.M. GFT&L
In Sardegna abbiamo la stessa cifra delle altre regioni ma una volta all’anno io sono costretta ad andare ad una visita gastroenterologica per farmi rinnovare lo schema dietetico per poi recarmi con questo benedetto foglio alla ASL due volte all’anno dove mi vengono rilasciati i buoni per 6 mesi. Tenete presente che mi faccio 30 km per richiederli e spesso mi è capitato di doverci andare più di una volta prima di entrarne in possesso. Una vera vergogna. SVEGLIA REGIONE SARDEGNA ADEGUATEVI ALLE ALTRE REGIONI
Grazie Silvana per la tua testimonianza R.M. GFT&L
articolo utilissimo!
Con l’occasione di questo articolo – e dato che il Ministro Lorenzin è celiaca – vorrei porre l’attenzione sugli ingredienti dei prodotti acquistabili con il buono.
Sorvolando sulla differenza di prezzo tra lo stesso identico prodotto acquistato con buono o senza buono, voglio invitare a riflettere sul fatto che un buon 80% dei prodotti non sono equilibrati a livello nutrizionale.
Questo stona molto col fatto che il Ministero della Salute ci apponga un bollino…cosa che fa pensare a molte mamme e a molti celiaci che il prodotto sia “sano”. In realtà è SOLO garantito senza glutine: per questo c’è il bollino.
Certo questa è solo la mia opinione. Ma è anche quella dei dietologi – nutrizionisti.
I quali sono un pò intasati di lavoro tra obesi, diabetici, persone con disordini metabolici, digestivi, epatici, dermatologici, ecc. Insomma: a che serve curare la celiachia per far passare i pazienti ad altra patologia?
Mi piacerebbe che il Ministro Lorenzin prendesse in mano la situazione.
cara Francesca è molto interessante questa considerazione! Il celiaco dovrebbe comunque essere un consumatore attento e consapevole e prestare molta attenzione alla lettura delle etichette (come avevamo anche già suggerito in precedenti articoli sull’etichettatura), prediligendo l’uso di prodotti naturalmente privi di glutine quando possibile e di quelli industriali con tabelle nutrizionali più equilibrate e liste ingredienti meno complesse. Purtroppo anche una certa campagna dilagante sui social e sulle riviste ha ultimamente associato il fatto che “senza glutine” sia sano e faccia dimagrire e questo contribuisce a aumentare la disinformazione. Grazie per aver espresso la tua opinione R.M. GFT&L
Articolo utilissimo x capire la fortuna di abitare in regioni più efficienti, io abito nelle Marche, non capisco come sia possibile che i celiaci possono spendere il buono esclusivamente nelle farmacie, non ci dovrebbero essere queste differenze a livello nazionale, mi viene il dubbio che sia una questione di lobbie delle farmacie/asur insieme!!
Grazie Raffaella e soprattutto grazie a FRancesca B. sempre attenta e sensibile alle vere questioni importanti!
Posso spendere il mio buono in tutta la mia regione quindi? Campania
Salve. Sono un neo imprenditore che ha aperto un punto vendita di prodotti senza glutine a Jesi (AN). Visto che nel suo interessantissimo articolo (complimenti!), non ha inserito le Marche vorrei sapere se poi ha pubblicato anche la seconda parte con le restanti regioni, perché non riesco a trovarla.
Inoltre ho il serissimo problema di non riuscire a trovare alcun riferimento ai termini entro i quali la ASUR della mia provincia/regione è costretta a rimborsarmi le ricette dei miei clienti. Siamo arrivati ad attese che superano anche i 60 giorni e così facendo noi non riusciamo a stare in piedi. Saprebbe indicarmi la normativa nazionale che prevede queste tempistiche? Grazie!
Buonasera Cristiano, purtroppo la competenza su quanto concerne erogazione buoni e rimborso buoni credo vari da regione a regione. Sebbene le tempistiche dei 60 giorni siano consuetudine di parecchie regioni. Grazie per la segnalazione, perchè ci attiveremo per saperne di più ed informarvi puntualmente
Per gli studenti fuori sede è possibile usufruire dei servizi di un’altra regione o bisogna fare per forza il cambio di residenza? A settembre mi trasferiró in Trentino per l’università ma dovrò continuare a comprare prodotti nella mia regione e farmeli spedire?
DOMANDA:
Se ho la residenza a VT posso prendere i buoni all’ ASL di Roma?
***considerando che ho gia spostato il medico di famiglia a Roma per motivi di lavoro (Stessa Regione).
PER CECILIA:
Purtroppo le modalità di erogazione dei prodotti cambiano da regione a regione (come detto sopra da Fabiana), quindi in primis dovresti contattare l’ASL di competenza del Trentino e spiegare la tua situazione, loro sicuramente ti daranno delle indicazioni. Inoltre, mantieniti in contatto con la tua ASL di provenienza.
PER FEDERICO: mi trovo esattamente nella tua stessa situazione. Le procedure burocratiche per i buoni ASL oltre che cambiare da regione a regione, variano anche (non sempre) da prov. a prov. Detto ciò, se hai già “preso” il nuovo medico di base a Roma, devi andare presso la tua ASL di riferimento, (ogni municipio di roma ha una propria ASL di riferimento) la stessa dove hai fatto la procedura per scelta del nuovo medico di base, e chiedere di parlare con l’impiegato che si occupa dei buoni spesa per la celiachia (ad esempio per ROMA A, via LAMPEDUSA, a questo link trovi i giorni di ricevimento e gli orari:
http://www.aslrma.com/auslromaa/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=125&Itemid=315
A me hanno chiesto come prima cosa di scegliere il nuovo medico di base, poi la documentazione in originale che attesta la mia diagnosi di celiachia, fotocopia C.I. e visionare il tagliandino che ti hanno dato al momento della scelta del medico di base. Se la tua copertura medica è valida per 6 mesi, 1 anno o non so quanto, ti verranno rilasciati dei buoni spesa della stessa durata della copertura medica, da spendere nei negozi convenzionati di ROMA.
Spero di averti aiutato, se hai altre domande contatta la redazione di gluten free travel and living anche su FB o e-mail
Pingback: Che il cibo sia la tua medicina, e che la medicina sia il tuo cibo – hookii
salve una domanda io ho un negozio alimentare in toscana (non una catena ma privato) cosa devo fare per poter accettare questi buoni? a chimi devo rivolgere
grazie
Ciao, da meno di una settimana ho scoperto di essere celiaca, abito in Veneto, potete aiutarmi a capire come fare per il buono? Grazie
Ciao Stella, scusaci per l’enorme ritardo. Immaginando che tu abbia già risolto il problema, lasciamo comunque questa indicazione per altri lettori che si troveranno nella tua stessa condizione; per avere indicazioni più dettagliate su cosa fa all’indomani della diagnosi potete consultare questo link: https://www.glutenfreetravelandliving.it/follow-up-della-celiachia-e-dieta-senza-glutine/
https://www.glutenfreetravelandliving.it/201310dopo-la-diagnosi-quando-fare-i-controlli-e-quali-fare-html-3/
Se hai altri dubbi o domanda scrivici sulla pagina facebook di Gluten free travel and living o inviaci una mail a info@glutenfreetravelandliving.it
Salve a tutti, stamattina sono andata a fare la spesa al Conad di altopascio. Arrivata a pagare non mi hanno passato i buoni senza glutine dicendomi che non passavano perché ero fuori ASL. Premetto che io sia dell ASL di Pistoia e il Conad era dell ASL di Lucca.
Ma i buoni della regione Toscana, non sono spendibili in tutta la regione??
Ciao Imma,
purtroppo ci sono delle variazioni non solo da regione a regione ma anche da provincia a provincia. Quindi è possibile che possano capitare questi inconvenienti.
Prova a consultare il sito di AIC Toscana