Gluten Free Day e Scienza sono un binomio vincente.
Il molto atteso appuntamento nell’autunno romano tra Gluten Free Day e Scienza quest’anno non solo si è arricchito di interventi interessantissimi e ricchi di informazioni, ma è addirittura raddoppiato.
Infatti, mentre le sessioni di sabato erano dedicate alle ricerche nell’ambito della celiachia, della gluten sensitivity e dell’allergia al grano, la domenica si è svolto il convegno degli psicologi, presieduto dal professor Italo De Vitis.
Ecco alcuni dei relatori al convegno del sabato: la dottoressa Valentina Pecora, il professor Riccardo Asero, il professor Antonino Romano, il professor Antonio Gasbarrini, il professor Domenico Schiavino, la dott.ssa Francesca Ferretti, la professoressa Carolina Ciacci, il professor Italo De Vitis e molti altri eminenti studiosi.
Tra i relatori del convegno della domenica ricordiamo la psicologa psicoterapeuta Paola Medde, la psicologa psicoterapeuta Elena Panuccio e la psicologa psicoterapeuta Anna Maria Castignani.
Inoltre, anche al BlogIn, la manifestazione all’interno del Gluten Free Day, era presente la scienza con il biologo nutrizionista dott. Silvio Moretti, che ha illustrato le proprietà degli ingredienti utilizzati nelle ricette senza glutine, ma anche senza lattosio, senza proteine del latte, vegan, senza saccarosio, senza frutta a guscio, ecc.
La risposta del pubblico è stata molto positiva; le due giornate nella splendida e famosa cornice del Palazzo dei Congressi sono state seguite con attenzione e curiosità, a sottolineare come ci sia bisogno di informazioni scientifiche date in modo corretto, circostanziato e sano, al di là delle mode, dello scam e dei fads.
Questo ha evidenziato anche la crescita dell’evento Gluten Free Day, che da gluten free è divenuto wellness food fest, parlando di intolleranze alimentari a trecentosessanta gradi, di aspetti psicologici nell’affrontare una dieta di esclusione, di allergie, di cibi sani, delle loro proprietà e anche delle loro controindicazioni, al di là delle mode, con un occhio attento e critico, ma anche col sorriso sulle labbra.
Tra i tanti take home message, va ricordato che ogni patologia deve avere una diagnosi corretta, sotto la guida di specialisti informati e attenti.
Di celiachia si è parlato estesamente in diversi articoli.
La gluten sensitivity è stata estesamente trattata in diversi articoli.
Allergie alimentari
Ad esempio, nel caso dell’allergia al grano vanno attentamente valutati i sintomi intestinali, che spesso si intersecano con la celiachia e con la gluten sensitivity, ma altrettanto o addirittura in misura maggiore vanno valutati i sintomi extraintestinali, con test adeguati e sempre sotto stretto controllo medico. Va sottolineato che nel caso dell’allergia al grano il dosaggio delle IgE specifiche unito al dosaggio dell’attivazione dei basofili costituiscono l’83% della diagnosi. Con ancora più forza va sottolineato che non esistono cure fai – da – te; non si può infatti pensare di mangiare piccolissime quantità di allergene, per poi via via aumentarlo, così da sviluppare una tolleranza spontanea, essa potrebbe essere possibile, però il trattamento desensibilizzante, che è una alternativa molto valida nell’ambito delle possibili cure, deve essere eseguito ncessariamente sotto stretto controllo medico e soprattutto eseguito in strutture adeguate e attrezzate.
Altro take home message importante è che ogni alimento contiene più allergeni, quindi anche più panallergeni, ma le sinergie devono essere chiarite dallo specialista attraverso la diagnostica, che è in continuo work in progress. Ad esempio, gli studi epidemiologici evidenziano delle differenze geografiche tra le tipologie di allergie alimentari di tra Nord e Sud Italia. Le allergie alimentari di tipo 1 sono quelle propriamente dette e risultano più prevalenti nel Sud Italia, mentre le allergie alimentari di tipo 2 sono quelle dipendenti dalle allergie respiratorie (ad esempio l’allergia alle graminacee) e risultano prevalenti al Nord Italia.
Generalmente, nell’adulto le allergie alimentari sono dovute in massima parte da alimenti di origine vegetale, poi, in ordine decrescente dipendono da crostacei, latte (soprattutto latte vaccino) e cereali.
Le allergie alimentari (delle quali abbiamo parlato in questo articolo) possono dipendere in gran parte dal LTP (Lipid Transfer Protein o Proteina Lipidica di Trasferimento); altro take home message importante è che le Alpi sono una barriera geografica per le allergie, quindi la prevalenza dell’allergia alimentare da LTP è al di sotto delle Alpi (Italia Grecia, Spagna, ecc.).
Tra gli alimenti, la pesca è l’allergene dominante nei casi di allergia alimentare LTP – mediata.
Altro take home message è quello sull’Anisakis e sull’importanza del corretto utilizzo dell’abbattimento della temperatura come procedura di prevenzione per legge.
Di allergie alimentari si è parlato in questo articolo.
Microbioma umano
Tra gli interessantissimi take home messages riguardanti il microbioma umano, il Prof. Gasbarrini sottolinea quanto importanti sono tutti i fattori che vanno ad aumentare l’iperpermeabilità intestinale (leaky gut), quali ad esempio lo stress, ma anche alcuni alimenti (spezie, caseine del latte e dei formaggi, ecc.), iperpermeabilità che comporta lo spostamento dallo stato eubiotico (equilibrio) allo stato disbiotico (disequilibrio) del microbioma umano.
Per quanto riguarda il microbioma umano, il celiaco è disbiotico e sembra che in particolare un batterio, anaerobico estremo con potente attività antiinfiammatoria, sia piuttosto carente nel microbioma celiaco: Faecalibacterium prausnitzii.
Altro take home messaggio riguardo il microbioma umano è che i suoi componenti in stato di equilibrio inviano messaggi di vario tipo al cervello che, poi, a cascata attiva gli ormoni e altre funzionalità importantissime dell’organismo. Un esempio è il messaggio che dal colon arriva al cervello dopo una colazione tipica (caffè e cornetto), il microbioma del colon in quel caso non riceve fibre e quindi invia un messaggio di fame e al pasto successivo l’organismo affamato non solo mangerà di più, ma potrebbe verificarsi anche un cambiamento significativo nel metabolismo di assimilazione dell’organismo. Tutto ciò potrebbe essere riequilibrato consumando a colazione una ottima fonte di fibre, come ad esempio la frutta.
Allattamento al seno
L’allattamento al seno, nel caso di una mamma celiaca, non influisce sulla eventuale comparsa della celiachia nei suoi figli; anzi esso è una ottima prevenzione per la disbiosi, soprattutto nel caso in cui i bimbi risultino DQ2 e DQ8 positivi. La mamma celiaca deve ovviamente seguire la dieta aglutinata in maniera estremamente corretta.
Dell’allattamento al seno si è parlato in questo articolo.
Obesità infantile
Un altro importante take home messagge è che somministrare antibiotici nel primo anno di vita ai bambini può creare una disbiosi, la quale a sua volta può essere una delle cause dell’obesità infantile.
Lattasi e intolleranze correlate alla celiachia e alla gluten sensitivity
Una interessantissima informazione la fornisce poi il dott. Moretti, quando ci spiega dove è sita la maggioranza della lattasi: sui villi intestinali. Quindi, nel caso del celiaco si osserva un deficit della lattasi, poiché i villi sono atrofizzati dal glutine, in caso di dieta non aglutinata. Nel momento in cui la dieta diventa aglutinata e viene seguita regolarmente alla lettera (aderenza alla compliance), i villi possono rigenerarsi e quindi la lattasi potrebbe essere nuovamente attiva e presente.
Gluten sensitivity
Ma l’intestino di un gluten sensitive è disbiotico o no? Confermando la necessità di ulteriori ricerche approfondite, l’intestino di un gluten sensitive può essere soggetto a eventi disbiotici.
Le persone affette da gluten sensitivity spesso non solo possono presentare un deficit di lattasi, ma anche una sensibilità alle proteine del latte o altre intolleranze e allergie alimentari, data la complessità del mosaico della malattia, come spiegato dalla professoressa Ciacci.
Nel suo interessantissimo intervento la professoressa Ciacci ha sottolineato la complessità della gluten sensitivity, che potrebbe essere in realtà un mosaico di sindromi e malattie, poiché la gluten sensitivity si interseca con la sindrome da colon irritabile, con l’allergia al frumento, con la sensibilità ad altre proteine alimentari, anche con le alterazioni del microbioma e con la sensibilità ai FODMAPs.
Quindi, ancora una volta è fondamentale una diagnosi per esclusione, ovvero escludere la celiachia attraverso test specifici, escludere la diagnosi di allergia piuttosto che di IBS.
Insomma, la gluten sensitivity esiste, ma è un mosaico da mille e più tessere non del tutto note; ecco perché sono necessarie la ricerca e la diffusione di informazioni riguardo alla gluten sensitivity.
Celiachia, microbioma umano, allergie alimentari, intolleranze alimentari e gluten sensitivity sono argomenti che la redazione scienza di Gluten Free Travel and Living ha seguito e continuerà a seguire con estrema attenzione, documentandosi sui progressi della ricerca anche attraverso convegni di grande interesse, come questo del Gluten Free Day.
bellissimo articolo e molto interessante, brava Fabiana