Abbiamo già parlato della correlazione tra la celiachia ed altre malattie autoimmuni, diabete incluso, proprio qui.
Oggi vogliamo però fare un passetto avanti e parlare (sempre con pubblicazioni recenti alla mano) di come e se cambia la qualità della vita nei soggetti affetti da diabete mellito di tipo I e\o da celiachia.
Ricapitoliamo giusto un paio di nozioni di base…
Il diabete mellito di tipo I (DM1),conosciuto anche come insulino-dipendente o giovanile, è una malattia autoimmune (in realtà ne esiste una forma di DM1 idiopatica molto rara che si manifesta principalmente nei soggetti di etnia africana o asiatica in cui non è presente alcuna evidenza di autoimmunità) che porta alla distruzione cellulo-mediata delle cellule β pancreatiche. Le cellule β hanno il compito di produrre l’ormone insulina quando i valori della glicemia vanno al di sopra del livello basale (70-100mg/dl) in seguito ad un pasto, condizione detta iperglicemia postprandiale. Il rilascio di insulina che si verifica fisiologicamente abbassa i livelli di glicemia ematica riportandoli ai livelli basali in pochissimo tempo. Quando la distruzione delle cellule β pancreatiche è massiva, diventa necessaria la terapia sostitutiva con insulina esogena per evitare la chetoacidosi che può causare anche la morte del soggetto. Il DM1 va inoltre distinto dal diabete mellito di tipo 2, non insulino-dipendente, familiare non autoimmune, detto anche diabete dell’adulto.
Il diabete di tipo 1 si presenta in soggetti in età pediatrica o comunque molto giovani (proprio per questo è spesso definito giovanile, anche se in rari casi è stato diagnosticato il DM1 in pazienti adulti) e forse proprio per la giovane età dei pazienti è fondamentale valutare l’impatto che questo ha sulla qualità della vita.
Ma come cambia la qualità della vita in pazienti affetti sia da DM1 che da celiachia rispetto a chi è affetto da sola celiachia?
Proprio questo è stato investigato dal gruppo di Anna Pham-Short et al. in un recente studio pubblicato nel dicembre del 2016 su “THE JOURNAL OF PEDIATRICS”. Questo studio incrociato è stato condotto presso il Sydney Children Hospital (Westmead), Australia, da maggio 2013 a dicembre 2014.
Sono stati reclutati 35 ragazzi dagli 8 ai 18 anni con diabete di tipo 1 da più di 1 anno (in trattamento con microinfusore a rilascio continuo-CSII- o con iniezioni multiple giornaliere-MDI-) e con biopsia positiva alla malattia celiaca da almeno 6 mesi. Il gruppo controllo è invece composto da 35 ragazzi della stessa fascia d’età, con DM1 trattati o con CSII o con MDI e negativi allo screening per la celiachia da oltre 12 mesi. Le caratteristiche demografiche e cliniche documentate sono il sesso, l’età al momento della diagnosi di diabete, la durata diabete di tipo 1, la modalità di gestione del diabete (CSII o MDI), la dose di insulina (U / kg / die), età alla diagnosi della malattia celiaca, durata della malattia celiaca, i sintomi correlati alla malattia celiaca, misurazioni antropometriche (altezza, peso, e indice di massa corporea [BMI]).
La QdV è oggi misurata attraverso la somministrazione di questionari generici e specifici come PedsQL, PedsQL Diabete Module e il CDDUX per i soli pazienti celiaci. Il gruppo contenente soggetti celiaci è stato inoltre valutato in base all’aderenza alla dieta senza glutine e sono perciò stati suddivisi in GFD+(aderenti) e GFD- (non aderenti).
Inoltre i genitori/tutori hanno compilato il questionario PedsQL Family Impact Scale per valutare l’impatto della QdV dei ragazzi sulle famiglie.
Si è visto come in tutti i casi la celiachia è stata diagnosticata circa 2,5 anni dopo la diagnosi di diabete e prima della dignosi di celiachia il 30% dei ragazzi mostrava i tipici sintomi della malattia come:
- dolore addominale
- diarrea
- gonfiore
- scarsa crescita
- carenza di ferro.
sintomi che in seguito alla dieta senza glutine sono migliorati nella maggior parte dei soggetti.
I risultati ottenuti dall’analisi dei questionari hanno evidenziato come non vi sia un’effettiva diminuzione della Qualità della Vita nei pazienti con DM1 in seguito a diagnosi di celiachia. Inoltre i ragazzi considrati GFD+ (ovvero con una maggiore aderenza alla dieta priva di glutine) hanno una QdV migliore rispetto al gruppo GFD- . QdV che risulta migliorare maggiormente nei pazienti sintomatici rispetto agli asintomatici.
La qualità della vita (QdV) è universalmente riconosciuta come un obiettivo fondamentale dell’assistenza sanitaria che oggi finalmete non cerca solo di “aggiungere anni alla vita” ma anche e soprattutto “aggiungere vita agli anni”.
Bibliografia
Fisiologia umana. Un approccio integrato – Dee U. Silverthorn
Quality of Life in Type 1 Diabetes and Celiac Disease: Role of the Gluten-Free Diet – Anna Pham-Short et al.
Le dimensioni psicologiche nel monitoraggio del paziente diabetico in terapia con il microinfusore:stato attuale e prospettive – Nicolucci et al.
Appunti personali