Oggi è il Gluten Free (Fri)Day (#GFFD per i twittettari). E quindi è la giornata in cui vi chiediamo di postare una ricetta senza glutine e di lasciarci il vostro link, qui sotto, e poi lo ritroverete nella pagina adatta.
E oggi voglio cominciare a parlarvi di cereali (o pseudo tali) sostitutivi della pasta, o meglio di un primo.
Forse non tutti sanno che l’amaranto è senza glutine.
O, forse, non tutti sanno cosa sia esattamente l’amaranto.
Le notizie tecniche ci dicono che è un’erbacea annuale originaria del Centro America che può raggiungere anche un’altezza di m 1,50. Se ne contano addirittura 60 specie, ma solo 3 vengono coltivate a scopo alimentare perché sono le maggiori produttrici di semi.
La pianta è infatti caratterizzata da ampie foglie e infiorescenze di forma allungata dal colore amaranto.
Il nome, però, pare venga dal greco amarantos, che significa che non appassisce mai, o anche che non scolorisce mai. Infatti i fiori non perdono il loro colore nemmeno dopo essere stati raccolti e per questo si usano anche a scopo ornamentale.
Le popolazioni del centro America lo usano da anni per nutrirsi. Le foglie vengono cucinate come i nostri spinaci, mentre i semi vengono utilizzati sia da mangiare così, in zuppe, crocchette o biscotti, sia ridotti in farina.
L’aspetto dei semi è simile al cous cous e al miglio e, contrariamente a quanto si pensi, non è un cereale, anche se si usa come se lo fosse.
Questo spiega perché il suo valore nutrizionale e il suo comportamento in cottura è diverso da quello dei cereali.
Si trova facilmente nelle erboristerie, nei negozi di alimentazione biologica, in alcuni supermercati molto forniti e nelle farmacie specializzate per il senza glutine. Di solito solo le confezioni acquistate in queste ultime sono certificate senza glutine, mentre negli altri negozi è bene verificare sempre e comunque l’etichetta perché spesso è indicato che si possono trovare tracce di glutine, dovuta alla lavorazione in stabilimenti che trattano cereali con il glutine.
Da non sottovalutare le proprietà benefiche dell’amaranto.
Esso contiene una quantità di calcio 3 volte maggiore a qualsiasi cereale e costituisce un’ottima fonte di ferro, magnesio, fosforo, potassio e alcune vitamine come la C, non presente nei cereali.
Inoltre è bene inserirlo nella nostra dieta perché è una ricca fonte di proteine (come la lisina) di origine vegetale più nutriente, simile a quelle degli alimenti di origine animale.
Inoltre riduce in maniera considerevole il colesterolo cattivo (LDL) nel sangue.
E, cosa da non sottovalutare, è adatto a tutti, soprattutto ai bambini e anche ai celiaci.
Infine vi dico come si può utilizzare in cucina:
1. I semi, così come sono, possono essere utilizzati nel pane, al posto del sesamo. Se li aggiungete all’impasto, invece, daranno un ottima aroma di tostato.
2. se si mettono in padella, scoppiano come i pop corn.
3. si aggiungere a minestre, zuppe, latte.
Per cuocerlo bisogna utilizzare 250 g di acqua ogni 100 g di amaranto. Appena l’acqua bolle si può versare l’amaranto e si fa cuocere per circa 15 minuti (non di più perché altrimenti diventa “papposo”).
Resta sempre abbastanza croccante all’esterno, ma l’interno deve essere morbido.
E voi l’avete mai cucinato? Fateci sapere in quale versione lo preferite!
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