Dico Candida e penso ad una splendida piéce teatrale, portata sulle scene anni orsono dall’indimenticabile Ileana Ghione. Dico Candida e penso poi al lievito naturale (N.D.A: nella flora del lievito naturale sono presenti alcune specie di Candida). Dico Candida e penso ad un sacco di problemi e problemucci, che spesso affliggono l’universo femminile.
Insomma, dicendo Candida si va dalle stelle alle stalle…
Chi è o cosa è la Candida?
La Candida albicans è un micete, ovvero un fungo, saprofita, che appartiene alla famiglia dei Saccaromiceti, proprio come il Saccharomyces cerevisiae (il ben noto lievito di birra). Uno dei sinonimi obsoleti della Candida albicans è proprio Saccharomyces albicans, ad indicare le affinità che questi due miceti hanno tra loro. È saprofita, ovvero per vivere ha bisogno di nutrirsi di materia organica in decomposizione, ma va anche detto che ama i carboidrati ed, infatti, aiuta la loro digestione tramite il processo di fermentazione. Fa parte del bioma intestinale, ovvero è presente all’interno dell’intestino tenue – suo habitat ideale – fin dalla nascita. Come le specie di altri batteri o microrganismi che compongono la nostra flora intestinale, la presenza della Candida albicans aiuta a prevenire i possibili danni che eventuali patogeni, virus, miceti o altri batteri, potrebbero arrecare al nostro organismo.
In assenza di patologie specifiche, un bioma batterico sano e una giusta peristalsi intestinale garantiscono un ottimale funzionamento del nostro intestino. L’intestino è il secondo cervello del nostro corpo; quindi, per vivere bene, così come è necessario che il nostro cervello sia perfettamente funzionante, è necessario che anche il nostro intestino sia sano.
I nutrienti a noi necessari, che siano sali minerali o vitamine, sono assimilati dal nostro organismo attraverso le pareti intestinali, ricoperte interamente dai microvilli che permettono il passaggio selettivo dei micronutrienti, impedendo però il passaggio di macromolecole al di là della barriera gastro-intestinale – grazie alle giunzioni serrate. Nel momento in cui vi è una compromissione della flora batterica, una conseguente compromissione di enzimi digestivi e/o lo sbilanciamento del pH – aumento dell’acidità -, nonché il non equilibrio dei diversi processi metabolici, potrebbe verificarsi un processo infiammatorio a carico della mucosa intestinale, specificatamente a carico della sub mucosa secondaria, con interessamento dei microvilli. Quindi le giunzioni serrate potrebbero non esserlo più, la situazione è quella del leaky gut e le macromolecole potrebbero attraversare la barriera gastro-intestinale, raggiungendo distretti in cui non dovrebbero essere. A questo punto, il quadro si tinge di tinte fosche, poiché tali macromolecole verrebbero identificate dall’organismo come “nemiche”, scatenando la risposta immunitaria. Questa risposta disturberebbe poi l’equilibrio dell’organismo e, conseguentemente, disturberebbe l’equilibrio del bioma batterico.
Il leaky gut, ovvero l’intestino poroso, è correlato a diverse malattie, quali la celiachia, la gluten sensitivity, alcune allergie alimentari, alcune malattie infiammatorie autoimmnuni, la sindrome da colon irritabile, forse anche l’autismo.
Nel momento in cui la barriera intestinale non funziona più come dovrebbe, il bioma batterico è disequilibrato e i miceti (funghi) presenti normalmente iniziano a proliferare, a divenire componente importante della flora batterica, alimentando questo disequilibrio. Inoltre, il poter oltrepassare le giunzioni serrate, permette ai funghi di raggiungere altri distretti dell’organismo, dove poter crescere, alimentando e complicando ulteriormente la situazione compromessa. A questo punto, la candidosi è conclamata. Per abitudine, si associa questo stato a problemi legati alle vie urinarie o a infezioni di natura ginecologica, invece la candidosi si sviluppa in primis proprio a livello intestinale e da lì diffonde verso i distretti dell’organismo appena citati, ma può anche raggiungere l’esofago, la bocca, la pelle, i piedi, ecc. Come è ubiquitaria nella nostra flora batterica, così la Candida albicans può ubiquitariamente diventare patologica nel nostro organismo.
Questo fungo è in grado di liberare circa 79 tossine diverse nel nostro sangue, da alcuni studi recenti è emerso che il 70%-80% della popolazione mondiale è affetta da candidosi ed è, inoltre, al quarto posto nella classifica delle cause più diffuse delle infezioni ospedaliere in Italia. Questo microscopico fungo è una spietata macchina da guerra!
Last but not least, dalla letteratura è anche emerso che i fattori patogeni presenti sulla membrana cellulare della Candida albicans hanno sequenze aminoacidiche omologhe a quelle della gliadina. Che vuol dire tutto ciò? Vuol dire che questo piccolo fungo ha delle somiglianze con la gliadina, che è il trigger della cascata reattiva immunitaria nella celiachia. In presenza di una disbiosi intestinale, spesso causata da uno stato patologico come quello celiaco, anche in presenza di una non conclamata candidosi, potrebbero innescarsi le reazioni immunitarie tipiche del contatto accidentale con la gliadina, sebbene la gliadina non ci sia affatto! Queste affinità della Candida albicans con la gliadina hanno addirittura portato ad ipotizzare che il fungo potesse essere un trigger, un innesco per la celiachia.
In soldoni, una persona celiaca si sente male e subito pensa che ha mangiato qualcosa che l’ha fatta star male, quindi pensa alla cross-contaminazione e alla contaminazione e invece… potrebbe essere quella malefica di Candida che si sta sviluppando più del dovuto! Tale aspetto è estremamente sottovalutato, poiché si pensa alla candidosi solo per cause ginecologiche o altro, ma tutto nasce invece nell’intestino! Ecco che diventa fondamentale mantenere il più possibile un buono stato della flora batterica, nonostante la celiachia, la gluten sensitivity, ecc.
La candidosi intestinale è anche detta sindrome da lievito ed è una disbiosi comune, soprattutto tra coloro che hanno problematiche che coinvolgono le mucose. Infatti, le mucose sono collegate tra loro e le reazioni immunitarie avverse che riguardano queste mucose potrebbero partire dall’intestino. La candidosi può essere quindi la causa di diverse intolleranze alimentari, altre patologie digestive (i cui effetti sono: gonfiore, meteorismo, digestione problematica e rallentata, stipsi o diarrea), patologie della pelle (alopecia, psoriasi), ma anche diabete, altre malattie autoimmuni, nonché diverse problematiche ginecologiche. La candidosi potrebbe essere anche concausa in diversi stati depressivi, nell’insonnia, ecc. Inoltre, sia l’assunzione di medicinali, in primis antibiotici, ma ad esempio anche farmaci antidepressivi, anticoncezionali, ecc., sia stress fisici e psicofisici possono facilitare la strada all’invasione della Candida albicans.
Fastidiosamente ubiquitaria e insospettabile, cosa si può fare per tenerla sotto controllo e fare quindi prevenzione?
Innanzitutto, per la diagnosi viene prescritta la coprocoltura, esplicitamente richiesta per la ricerca della Candida albicans, la ricerca microscopica a fresco per miceti. Alcuni medici consigliano anche di effettuare un tampone linguale presso uno specialista gastroenterologo.
Per la cura e la prevenzione, è poi fondamentale l’apporto di probiotici per rafforzare la diversità del bioma intestinale e impedire alla Candida albicans di diffondersi. Quindi, nel caso si stiano assumendo farmaci tra quelli sopracitati, è bene integrare l’alimentazione con cicli di prebiotici e probiotici.
Inoltre, si può adottare uno stile di vita alimentare che le toglie il nutrimento, ovvero diminuire le fonti di carboidrati, quindi zuccheri.
Certamente, quando la candidosi è conclamata, è necessario ricorrere a farmaci antifungini, ma per migliorare lo stato di salute complessivo si può seguire una dieta d’urto anti-Candida:
a) eliminare zuccheri raffinati, mieli, dolcificanti industriali, ma anche carboidrati lievitati come pane, pizza, brioche,
b) evitare nel momento di crisi i lieviti tutti, non il lievito chimico, ma dovendo eliminare zuccheri e carboidrati anche i prodotti con lievito chimico vanno decisamente diminuiti o evitati
c) evitare tutte le bevande gassate, gli alcolici, soprattutto la birra, perché o zuccherini o perché presentano lieviti
d) evitare i latticini ed i formaggi stagionati, incentivare invece il consumo di yogurt non zuccherato perché è un probiotico naturale
e) evitare verdure e ortaggi ricchi di amido, quindi anche i tuberi come le patate, evitare la frutta troppo zuccherina, buona parte dei cereali.
f) evitare frutta secca, soprattutto le arachidi e anche il cioccolato, soprattutto quello al latte per i motivi di cui sopra
g) evitare inoltre i cibi molto ricchi di conservanti e di coloranti, e anche gli alimenti affumicati.
Gli alimenti consentiti sono ad esempio il pesce, le uova, la carne magra, l’olio di oliva ed altri oli di semi, riso integrale, alcune verdure ben lavate, ecc. Inoltre, è necessario integrare la dieta con fermenti lattici di ottima qualità e anche con fattori probiotici e prebiotici (FOS ed inulina, complementi a base di fibre solubili). Dalla fitoterapia arrivano anche altri consigli: alcuni oli essenziali e immunostimolanti, droghe coleretiche e colagoghe.
Fondamentale è comunque farsi seguire dal medico e agire per curare la malattia conclamata con farmaci allopatici, laddove necessario, e agire sulla prevenzione.
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en.wikipedia.org
Autori: Fabiana Corami, Fabipasticcio, Sonia Mancuso, La cassataceliaca
Articolo pazzesco!