Lo spreco alimentare: perché ne stiamo parlando? Perché noi ,che dobbiamo a volte fare i conti con una iper produzione domestica di prodotti senza glutine, o un rifornimento esagerato delle nostre dispense, potremmo essere altamente soggetti a sprechi alimentari.
Produciamo tanto, ma magari solo uno o due componenti della famiglia mangiano senza glutine, il problema è che difficilmente si può fare una ricetta di pane per “uno”, ad esempio.
Oppure noi “sglutinati”, siamo virtuosi e sappiamo conservare e usare, senza sprecare? Non abbiamo questa risposta, e ci piacerebbe averla perché i numeri dello spreco alimentare sono da capogiro.
Lo spreco alimentare secondo i dati della Commissione Europea equivale a 88 milioni di tonnellate di cibo buttate, che corrisponde a un costo di 143 miliardi di euro. Sono 180 kg pro-capite in media nei paesi europei.
Secondo la FAO si buttano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo a livello globale, che è l’equivalente di una montagna larga 3.2 km e alta 2,5 mt.
Se si riuscisse a recuperare tutto questo spreco si potrebbe dare da mangiare a circa 2 miliardi persone.
Si calcola che circa un terzo di quanto viene prodotto venga sprecato: il 45% di frutta e verdura, 35% di pesce, 30% di cereali, 20% di latte e derivati, 20% di carne. Ben l’80% sarebbe ancora consumabile.
In soldoni, vuol dire che si butta letteralmente al macero la produzione di circa 1,4 miliardi di ettari, o quasi il 30% della superficie agricola disponibile, e questo 30% viene sottoposto a coltivazioni intensive con relativo rischio di inaridimento.
Lo spreco non è uguale per tutti, nei paesi in via di sviluppo ci sono alti livelli di ciò che è noto come “perdita di cibo”, che è uno spreco involontario, spesso dovuto a attrezzature scadenti, mancanza di trasporti e infrastrutture. Nei paesi ricchi, esiste il vero e proprio “spreco” di cibo che viene buttato via dai consumatori perché ne hanno acquistato troppo o dai dettaglianti che rifiutano il cibo perché esteticamente non “bello”. Quindi se da una parte del mondo la perdita di cibo è dovuta alla povertà, dove esiste benessere è quasi un capriccio.
In Italia produciamo pattumiera alimentare per 149 kg pro-capite. buttiamo 2,2 milioni di tonnellate di cibo all’anno, per un costo complessivo di 8,5 miliardi di euro che equivale allo 0,6% del Pil. Lo spreco è soprattutto domestico e costa oltre 25 euro al mese a famiglia.
In Italia nel 2016 è stata introdotta legge Gadda (n. 166/2016) che prevede semplificazioni burocratiche e sgravi fiscali a favore di chi dona cibo per fini di solidarietà il cibo in scadenza, chiarisce la distinzione tra “Termine minimo di conservazione” ( oltre una certa data gli alimenti sono ancora commestibili senza rischi per la salute) e data di scadenza, rendendo possibile la cessione gratuita di Tmc in tutta sicurezza, con la facoltà ai Comuni di ridurre la Tari alle imprese che documentano le donazioni.
La legge è encomiabile, ma è una goccia nel mare.
Ridurre gli sprechi dipende da tutti noi, dalle nostre scelte consapevoli.
La Commissione Europea ha prodotto un decalogo con dei suggerimenti che vi sintetizziamo:
- Pianificate i menù. Fate la spesa comprando il giusto, non fatevi tentare e non fate la spesa quando siete affamati, perché di sicuro comprerete più del necessario. Controllare quello che avete in casa e usatelo.
- Controllate le date di scadenza. Ricordate che la dicitura “mangiare preferibilmente prima del…” indica che il prodotto dopo quella data perde alcune delle sue caratteristiche, ma non è dannoso per la salute. Se l’etichetta indica “consumare entro…” il prodotto dopo la data indicata non e più sicuro e va buttato.
- Fate un budget di spesa.
- Mantenete efficiente il frigo.
- Conservate il cibo in modo appropriato, secondo quanto suggerito in etichetta.
- Rotate gli alimenti nella dispensa: mettete in evidenza i prodotti che scadono prima.
- Fate porrzioni piccole, meglio che le persone si servano due volte piuttosto che lascino il cibo nel piatto da buttare
- Usate gli avanzi
- Congelate e porzionate
- Fate il compost, se avete un giardino.
Sembrano consigli banali, ma riusciamo sempre a metterli in pratica?
Noi ci auguriamo di sì, ma nel dubbio ci piacerebbe confrontrarci con voi e presto torneremo sull’argomento…
fonte:
WWF, One planet food.
Commissione Europea, Food waste
Fao, Food loss and food waste