Sarà il cognome che porto, ma nella mia famiglia siamo tutti grandi appassionati di vino.
Così quando mio cugino Fabio mi ha parlato di Marilina Paternò, una giovane produttrice di vino siciliana, ho capito che avrei dovuto saperne di più.
Per la prima volta sentivo parlare di vino vegano e da lì avrei scoperto un’eccellenza siciliana, argomento che mi sta molto a cuore. I suoi vini portano il suo nome e ciò dimostra che è una che ci mette la faccia, ma anche le mani e il sudore.
Ma che c’entra tutto questo con la celiachia? C’entra se parliamo di inclusione a tavola, di attenzione alle intolleranze e alle scelte alimentari altrui.
A proposito, vi consiglio l’intervista al semiologo Giuseppe Segreto che aiuta a riflettere molto sulla questione convivialità, diete e intolleranze.
Non vi svelo subito perché un vino può o non può essere vegano perché nell’intervista che segue Marilina vi spiegherà tutto perfettamente e sarà difficile non darle ragione.
Tutti possono bere il vino vegano come tutti (tutti quelli liberi da inutili preconcetti!) possono apprezzare un piatto senza glutine: il piacere di stare a tavola va condiviso e non mi stancherò mai di ripeterlo.
La nostra domanda di rito: chi è Marilina Paterno?
Marilina è una giovane donna appassionata della vita e della vita che tramite i passi del padre ha percorso, mano nella mano. Da mio padre ho imparato l’approccio alla natura e dalla natura ho imparato il vero significato di “vita”.
Amo la campagna e amo viverla. Da piccola ho sempre seguito mio padre, enologo, nei suoi “tour in vigna” ovviamente mentre lui si dedicava al suo lavoro io mi dedicavo a fare i bagni nelle piccole pozzanghere formate dalle gocce delle manichette che irrigavano la vigna, a mangiare l’uva un po’ qui ed un po’ la, facevo il lavoro più bello che i bambini potessero fare in campagna in piena libertà e nel frattempo facevo mie tutte quelle sensazioni che poi da grande mi hanno portata “naturalmente” a scegliere questa strada.
Il sapore della terra ed i suoi colori, l’odore della cantina, la vendemmia, le persone che ho incontrato in questo contesto, sono tutte parte della mia scelta. Credo fermamente nei concetti di sano, consapevole, naturale.
Ho sposato il vegetarianismo già qualche anno fa e da qualche mese mi sono avvicinata e affascinata al pensiero vegano. I miei vini si portano dentro tutto questo.
Chiunque immagina che il vino sia “naturalmente” vegano. E invece…?
Mi chiedono spesso: Ma il vino non è vegano? Non si fa con l’uva?? Ed io rispondo: una volta forse, il vino che facevano i nostri bisnonni! Dal momento che l’uva viene raccolta al momento che diventa vino ci stanno in mezzo tanti e tali processi di trasformazione che vanno oltre la sola presenza dell’uva, le chiarifiche ne sono l’esempio più lampante.
Vino vegano significa in un certo senso ritornare alle antiche pratiche di vinificazione, alla non sofisticazione nei procedimenti di trasformazione, alla naturalezza del prodotto.
La produzione del vino vegano, prevede l’eliminazione di ogni sostanza di origine animale durante la preparazione del vino, a partire dai più utilizzati “chiarificanti” – ammessi dalle attuali normative – come l’albumina d’uovo, la caseina, la gelatina e la colla di pesce.
Tutto il ciclo produttivo viene monitorato, infatti i filtri utilizzati e le colle usate per l’etichettatura non contengono sostanze di derivazione animale. Ed è fondamentale dire che è un vino privo di ingredienti allergenici.
La cosa più stupida che hanno detto su un tuo vino.
“Questo vino è così giallo perché è vino vecchio”
Non capendo che un vino con i colori dell’oro non fa altro che rispecchiare la terra da cui proviene, mi trovo quasi sulla punta della Sicilia, siamo più a sud di Tunisi, le uve nascono e crescono nella terra baciata dal sole e i terreni sono bianchi-calcarei. Il sole è ciò che le alimenta. Una volta che raccogliamo, dopo la fase di pressatura, le uve bianche macerano in vasche di cemento per 12 ore, le uve rosse dai 25 ai 30 giorni. Durante la fase di macerazione, che è la fase che da personalità al vino, avviene il rilascio delle “qualità positive” (come amo chiamarle) dalla buccia al mosto e quindi tutto ciò che vedremo poi nei colori e che sentiremo al palato ed al naso. Quanto più le uve macerano tanto più avverrà il rilascio e tanto meno noi dobbiamo intervenire nelle fasi successive. Se riesco ad ottenere abbastanza dalla materia prima io non ho bisogno di aggiungere nulla.
Come nasce il vino Marilina?
Il vino Marilina nasce da un progetto che si basa su tre concetti fondamentali e strettamente legati tra loro: Rispetto per Territorio – Rispetto per la Terra – Rispetto per le Tradizioni.
I miei vini esprimono fortemente il territorio sia dentro che fuori nel packaging, abbiamo iniziato il progetto insieme a tutta la mia famiglia nel 2001 producendo già in biologico fin dall’inizio, nell’estate del 2014 siamo stati nominati da Legambiente “Ambasciatori del Territorio” e tutto questo all’interno di una filosofia orientata alla rivisitazione dei tradizionali metodi di produzione: vigneti storici, il mantenimento per alcune tipologie di uve del sistema di allevamento ad alberello, vasche in cemento, appassimenti al sole delle uve.
L’azienda è a conduzione familiare, la squadra è composta, oltre che da me, da mio padre Angelo, enologo e fondatore dell’azienda, da mia madre Lina, che si diletta a preparare a chi viene a trovarci in cantina i gustosi piatti della cucina tipica siciliana e si occupa anche di vestire le bottiglie che fanno parte della linea che confezioniamo singolarmente a mano, e da mia sorella Federica, agronoma e futura enologa.
La cantina Marilina è tutto questo.
C’è differenza c’è tra un bianco e un rosso tra i vini vegani?
Le uve bianche macerano per 12 ore. Le uve rosse macerano fino a 30 giorni.
Più che differenziarsi direi che si accomunano per il fatto che esprimono il vino nella maniera più “vera”.
Non temi di restare confinata in una nicchia di mercato ed essere esclusa a priori dai detrattori del veganismo?
Quando abbiamo iniziato nel 2001 è stata una bella sfida quella di produrre dei vini bio, poco filtrati, poco refrigerati, vinificati in vasche di cemento, dai colori intensi e dai gusti complessi e persistenti. Anche questa del vino vegano è una bella sfida, che sicuramente non è condivisa da tanti, questo lo so, ma a noi sono sempre piaciute le sfide, poi è una cosa a cui credo assolutamente perché io personalmente ho fatto delle scelte di rispetto verso gli animali. Poco fa parlavo di superficialità, chi si sofferma al fatto che sull’etichetta è inserita la dicitura “vino vegano” non ne capirà mai il significato ed il perché di questa scelta. E’ un vino per la gente curiosa che va oltre.
Come già detto è un vino che non contiene allergeni per cui è un vino che si avvicina di più alla naturalezza, esprime sincerità.
Recentemente è circolata una foto di un vino Vegan Friendly che proponeva in etichetta accostamenti con carni e formaggi. Molte polemiche e qualche parola di entusiasmo: errore strategico o semplicemente ignoranza di chi ha letto e condiviso la foto?
Proprio per tutto quello descritto sopra è un vino che può bere chiunque ed in ogni occasione.
Bisogna capire nel senso tecnico del termine cosa significa un vino vegano. Molti dei miei clienti acquistano i miei vini bio vegan perché sanno di bere sano.
Ovviamente io spererei che ogni persona che beve i miei vini rispetti totalmente la vita degli animali a 360 gradi e attraverso i miei vini: è questo messaggio che voglio lanciare, bevi sano e nell’assoluto rispetto degli animali.
Noi parliamo di intolleranze e cerchiamo di proporre uno stile alimentare inclusivo. Credi si riuscirà anche con il vino a proporre etichette che possano andare bene per tutti?
Credo che i vini bio vegani siano già abbastanza “sinceri” per essere bevuti da tutti.
Se un ristorante che serve solo carne ti proponesse di essere presente nella sua carta dei vini? Come spieghereste ai consumatori questa scelta?
Ovviamente io non potrei neanche sedermi in un ristorante che serve solo carne e da parte mia c’è una selezione in questo senso. Non è una cosa che gradirei.
Vegano significa sempre anche biologico?
Io parto dal concetto che il vegano, qualsiasi produzione sia, ha come base un’agricoltura biologica e consapevole e spero che sia così per tutti.
In termini di costi di produzione, è più costoso produrre un vino vegano?
No, non direi più costoso. E’ sicuramente più impegnativo, la cura deve essere maggiore.
Una ricetta senza glutine da accostare al tuo vino (bianco e/o rosso).
Adoro il riso, quindi la mia ricetta consigliata è “Riso zucchine e pomodorini di Pachino” in abbinamento al nostro Flo Nero d’Avola Bio Vegan.
Ingredienti:
Riso Integrale
Zucchine
Mezza cipolla
Pomodorini di Pachino IGP
Pinoli
Olio
Prezzemolo
Basilico
Ci auguriamo che i nostri lettori abbiano la stessa curiosità auspicata da Marilina, ma se avete ancora qualche dubbio, a seguire, vi diamo maggiori informazioni.
Siamo sicuri ci berrete sopra un buon bicchiere di vino (vegano).
MARILINA
WINE / BIO / VEGAN
di Marilina Paternò
Contrada San Lorenzo
96017 Noto (SR) – Italy
tel. +39 392 1150944
info@vinimarilina.com
post bellissimo! Bravissima Marilina, bellissimo il tuo impegno e spero che la tua azienda sia di esempio per altri nella produzioni di prodotti genuini, come facevano gli antichi!
Pingback: “Piccole donne di Sicilia crescono” – L’intervista a Marilina Paternò su glutenfreetravelandliving.it | vinidisicilia
Molto interessante, in effetti oltre a ringraziare Marilina per il suo impegno, un bel grazie anche a Federica per avercela raccontata.
Abbiamo linkato l’articolo sul nostro blog, dove i vini di Sicilia (e soprattutto quelli bio) hanno il posto che si meritano:
https://vinidisicilia.wordpress.com/2016/01/19/piccole-donne-di-sicilia-crescono-lintervista-a-marilina-paterno-su-glutenfreetravelandliving-it/
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