Nutrire il pianeta, energia per la vita è il tema madre dell‘Esposizione Universale Milano 2015: se fino ad oggi la terra ha nutrito gran parte dei suoi abitanti, è arrivato il momento di invertire i ruoli e di impegnarsi a nutrire il pianeta e ad incrementare le sue risorse, in modo tale che
” tutti abbiano il diritto di accedere a una quantità sufficiente di cibo sicuro, sano e nutriente, che soddisfi le necessità alimentari personali lungo tutto l’arco della vita e permetta una vita attiva (come si legge nella Carta di Milano, eredità culturale di questo expo 2015).”
Sostenibilità (di cui abbiamo parlato qui) ed educazione alimentare sono dunque le parole chiave di questo evento (sull’importanza del mangiare bene per stare meglio abbiamo scritto qui), di conseguenza “denutrizione” e “disturbi alimentari” sono da considerare come il sottotitolo implicito del vasto tema di Expo 2015. Denutrizione e disturbi alimentari che frequentemente (ma non sempre) si associano, rispettivamente, ad una popolazione troppo povera e ad una popolazione troppo ricca.
Per denutrizione si intende una
“nutrizione insufficiente, protratta nel tempo.”
– Treccani –
Il nostro organismo ha bisogno di una certa quantità di energia per potersi mantenere e svolgere le quotidiane attività. Il cibo è quindi il carburante da cui si trae energia.
Il fabbisogno energetico di ogni individuo cambia in relazione all’età, al sesso, allo stile di vita (che varia da sedentario a molto attivo, includendo lavoro e attività fisica) e ad altri fattori (una donna in gravidanza, ad esempio, ha esigenze energetiche specifiche). Spesso denutrizione e malnutrizione vengono utilizzati come sinonimi, ma in realtà esiste una sostanziale differenza tra le due:
- per denutrizione, come detto sopra, si intende un apporto calorico insufficiente (quasi nullo). La denutrizione è anche detta malnutrizione dei poveri;
- per malnutrizione si intende un consumo non bilanciato delle sostanze nutritive fondamentali, che può essere provocato da una iponutrizione o, all’opposto, da una ipernutrizione, cioè sia da una carenza di nutrienti fondamentali per uno stile di vita sano, sia da un eccesso di alimenti.
La denutrizione è strettamente correlata a condizioni socio-economiche ben definite e basta analizzare la tabella in basso, i cui dati sono un estratto degli ultimi forniti dalla FAO, per capire l’entità del problema in alcuni Paesi del mondo.
Le complicanze dovute alla denutrizione sono tante e interessano tutti i distretti corporei. Tra queste abbiamo:
- complicanze gastro-intestinali,
- alterazioni ematologiche,
- complicanze cardiovascolari,
- complicanze ossee,
- complicanze neurologiche,
- squilibrio idro-elettrolitico,
- morte.
La malnutrizione può essere causata da vari fattori:
- fattore geologico, ovvero il terreno manca di alcuni elementi e questo si ripercuote sulla qualità delle coltivazioni,
- scarsa educazione alimentare, spesso dettata dalle mode del momento (vi invito a leggere qui, perché alimentazione e salute non sono Prêt-à-porter).
- sindromi da malassorbimento (che possono dipendere da intolleranze o allergie alimentari, tra queste rientrano ad esempio la celiachia, ma anche la glutensensitivity).
La malnutrizione dovuta ad una scarsa educazione alimentare viene spesso chiamata malnutrizione dei ricchi, e può generare due diverse condizioni: il sottopeso, che è spesso la forma più accettata dall’immaginario collettivo (e che non rappresenta una patologia, a meno di non degenerare in una vera e propria denutrizione) e il sovrappeso, la cui degenerazione patologica conduce all’obesità. Se le statistiche riguardanti l’obesità sono allarmanti – come è giusto che sia – quelle riguardanti il fenomeno opposto non sono da meno: in alcuni studi riguardanti i paesi sviluppati, è risultato che nella fascia d’età compresa tra 13-18 anni, il rapporto tra individui sottopeso e individui obesi è di 3 a 1.
L’obesità è la condizione in cui si ha un anormale o eccessivo accumulo di grasso corporeo (I.M.C. maggiore di 30, l’indice di massa corporea si calcola così–> kg/m²), accumulo che rappresenta un rischio per la salute. Secondo la più recente letteratura medica l’obesità è uno dei più impegnativi problemi di salute del nostro secolo poiché colpisce una larga fetta della popolazione mondiale. Numerosi studi, svolti in Paesi diversi, dimostrano che fra i soggetti più colpiti vi sono moltissimi adolescenti e bambini in età pre-scolare. Inoltre, se fino a poco tempo fa l’obesità riguardava solamente i Paesi più ricchi, oggi è in crescita anche nei Paesi a basso e medio reddito, in seguito all’omologazione degli stili di vita e delle abitudini alimentari. L’obesità è riconducibile a:
- fattori biologici,
- fattori psicologici,
- condizioni socio-ambientali e sedentarietà,
- cause metaboliche ed andocrine.
I rischi a cui vanno incontro i pazienti obesi sono molteplici e comprendono:
- malattie metaboliche, fra cui il diabete (qui), le displipidemie , le malattie cardiovascolari come l’ictus e l’infarto
- disturbi ginecologici nelle donne
- problemi alle articolazioni
- problemi respiratori
- predisposizione all’insorgenza di malattie del tratto gastrointestinale.
Il quadro clinico è abbastanza complesso e vasto, e considerando insieme tutti questi fattori appare chiaro quanto l’obesità possa mettere seriamente a rischio la salute. Secondo dati recenti l’obesità quadruplica il rischio di morte precoce e quindi non meraviglia affatto che l’obesità e le patologie ad essa associate siano una delle maggiori cause di morte del nostro secolo.
Questo quadro introduttivo deve farci comprendere quanto sia oggi importante una buona educazione alimentare, e come il mangiare sano sia realmente una delle armi a nostra disposizione per una qualità di vita migliore.
Esiste una correlazione o una co-occorrenza fa intolleranze/allergie alimentari e disturbi alimentari?
Fino a pochissimo tempo fa si pensava che chi soffre di intolleranze e/o allergie alimentari potesse manifestare soltanto condizioni di sottopeso, mentre oggi la ricerca ci dice che non è affatto così: le intolleranze e le allergie alimentari non si accompagnano necessariamente ad un calo ponderale, anche se è possibile e frequente che questo avvenga. Inoltre l’introduzione di determinati alimenti e l’esclusione di altri può condurre ad una diminuzione del peso così come ad un suo incremento. Molti prodotti senza glutine, per esempio, hanno un contenuto calorico piuttosto alto, per cui va assolutamente sfatato il mito secondo cui “dieta senza glutine” sia di per sé sinonimo di “dieta dimagrante”.
La ricerca in questo campo, comunque, è in continua evoluzione, e noi stiamo continuando ad approfondire e studiare l’argomento. Seguiteci nelle prossime puntate per rimanere sempre aggiornati sulle ultime conquiste della scienza.
Fonti visive e bibliografiche:
Appunti personali
Carta di Milano – Expo 2015
Disentangling Stress from Nutrition as Determinants of the Long Run Effects of Adverse Conditions Around Birth on Economic and Health Outcomes Late in Life – Gerard J. van den Berg, Anna Hammerschmid, Johannes C. Schoch, JKatharina Walliczek.
Organizzazione Mondiale Sanità
Parent and Child Media Exposure, Preschooler Dietary Intake, and Preschooler Healthy-Meal Schemas in the Context of Food Insecurity – Kristen Harrison , Mericarmen Peralta , & STRONG Kids Team.
paradossalmente , in anni passati, meno si mangiava e meglio si mangiava. Troppa abbondanza e troppo cibo pre-confezionato sono un male dei tempi moderni, ahimè.