Gut microbiota, o microbioma intestinale, e salute mentale sono correlati?
Sembrerebbe proprio di sì.
Già se ne erano accorti i ricercatori che lavorano nel campo animale, i quali avevano osservato che la composizione del microbioma intestinale (del quale abbiamo parlato in altri articoli) può influenzare il loro livello di stress.
L’articolo pubblicato alla fine del 2014 cita una recentissima pubblicazione del Dr. Burnet, ricercatore di medicina psichiatrica, e dei suoi collaboratori, apparsa su Psychopharmacology (Novembre 2014), che ribadisce tale concetto, ma sugli esseri umani.
In che modo può essere positivamente alterata la composizione del microbioma intestinale?
Ormai i probiotici, ovvero tutti quei batteri buoni per la nostra salute, ci sono diventati famigliari, anche perché sono aumentati i prodotti in cui tali batteri sono stati addizionati, sebbene alimenti contenenti i probiotici si conoscano dall’alba dei tempi. Ne è un esempio lo yogurt, come lo è il kefir e potremmo continuare, ma attualmente la tendenza del mercato è quella di aggiungere una quota di probiotici anche a formaggi freschi per esempio.
Meno famigliari sono i prebiotici, che sono invece delle fibre che aiutano e incrementano la crescita del nostro microbioma intestinale. L’obiettivo dello studio pubblicato su Psychofarmacology era quello di verificare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, in due gruppi di pazienti volontari: il primo era quello che riceveva uno dei due prebiotici in esame, mentre il secondo era quello che riceveva il placebo. Era quindi il cosidetto test in doppio cieco. Il cortisolo veniva misurato nella saliva, prima e dopo la somministrazione dei prebiotici e del placebo. Alla fine dell’esperimento, i pazienti sono stati sottoposti ad un test validato statisticamente, che mirava ad ottenere informazioni salienti sul loro stato emotivo.
Qual è stato il risultato? I pazienti che avevano ricevuto uno dei due prebiotici mostravano un più basso livello di cortisolo rispetto ai pazienti che avevano ricevuto il placebo. Inoltre questo studio ha evidenziato che non tutti i prebiotici sono uguali, perché la somministrazione del secondo prebiotico in esame e la somministrazione del placebo non influenzavano i livelli di cortisolo dei pazienti. Le conclusioni di questo studio necessitano ulteriori approfondimenti, ma confermano anche altri studi precedenti e dimostrano che la proliferazione del microbioma intestinale può avere degli effetti ansiolitici e degli effetti sul livello di attenzione e di stress dei pazienti.
In un articolo del 2012, Burnet spiegava che vari studi di laboratorio avevano dimostrato come i lactobacilli del gut microbiota avevano proprietà ansiolitiche e antidepressive; nonostante questi studi fossero condotti su animali di laboratorio e non su pazienti, avevano comunque avuto il pregio di mettere in luce l’asse microbioma intestinale- intestino –cervello.
Quindi, i risultati di questo studio del 2014 possono essere l’inizio di un importantissimo capitolo per i trattamenti di sindromi da stress. Infatti, i ricercatori sono estremamente interessati a capire se ed in che modo la somministrazione di prebiotici specifici può migliorare la risposta del paziente ad alcuni farmaci (psicofarmaci). Inoltre, questo studio può essere un buon punto di partenza per investigare eventuali connessioni tra il gut microbiota e malattie depressive o sindromi come l’autismo. Chiaramente, gli esperti invitano alla cautela, perché il risultato di questo studio non è l’idea che assumere probiotici o prebiotici possa migliorare la salute mentale umana!
L’importanza di questo studio sta nel fatto che l’asse microbioma intestinale – intestino – cervello esiste, ma i flussi ed i meccanismi che lo governano sono tutti da scoprire. Infatti, alcuni scienziati dicono che è il nervo vago a governare questo asse, poiché trasferisce le informazioni dall’intestino al cervello. L’ipotesi di Burnett, invece, è che il microbioma intestinale influenza fortemente il sistema immunitario, influenzando poi anche gli equilibri endocrini, ovvero degli ormoni, e conseguentemente influisce sul cervello.
Perciò, oltre a capire flussi e meccanismi dell’asse gut microbiota – intestino – cervello, sarà molto importante anche capire quali specie batteriche hanno un ruolo protagonista in questo. In fondo, le specie diverse di batteri che compongono il microbioma intestinale umano sono in numero compreso tra 300 e 1000.
Però, un giorno potremmo dire non mens sana in corpore sano, ma mens sana in intestino sano.
Fonti bibliografiche e visive
http://www.iflscience.com/health-and-medicine/gut-bacteria-may-affect-mental-health-humans
Gut bacteria and brain function: The challenges of a growing field, P.W.J Burnet, PNAS 2012
Prebiotic intake reduces the waking cortisol response and alters emotional bias in healthy volunteers,Burnet and coworkers, Psychopharmacology 2014.
beforeitsnews.com
l’ho sempre sostenuto! la salute dell’intestino ha un ruolo fondamentale nel benessere in toto.
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