La settimana scorsa vi abbiamo ricordato la dieta mediterranea, patrimonio dell’umanità, che si basa soprattutto su frutta, verdura e cereali.
Oggi torniamo indietro nel tempo, direttamente nelle caverne, ci trasformiamo in paleolitici e parliamo della paleo diet, la dieta paleolitica , ovvero quella con cui ci si alimentava tra 10.000 e 2,5 milioni di anni fa, ossia prima dell’ avvento dell’agricoltura e della pastorizia.
E se trasformare la dieta mediterrenea in una dieta senza glutine a volte richiede un prestigiatore, la paleo diet in questo parte avvantaggiata perché è di partenza senza glutine, anzi lo detesta.
Il concetto della Paleo dieta è semplice: se i nostri antenati cavernicoli non lo mangiavano, allora non si deve mangiare.
Da qui ne deriva che è possibile mangiare:
- Carni, pesce, crostacei e conchiglie (ovvero cozze e affini), ma non i grandi pesci predatori come tonni e pesce spada ricchi di mercurio
- Uova
- Frutta e vegetali non amidacei (quindi niente patate)
- Noci, mandorle e pinoli e semi
- Miele in piccole quantità
- Oli non elaborati come oliva, noci, semi di lino, avocado, cocco, macadamia
Non sono ammessi:
- Cereali e farine (compreso riso e avena): questo vuol dire niente pasta, pizza e pane, focacce piadine polenta e risotti
- Legumi e noccioline americane
- Latte e derivati
- Cibi industriali
- Zucchero, Dolcificanti, Fruttosio
- Olii raffinati: semi vari, girasole, mais
- Caffè
- Sale
- Alcolici
- Bevande gassate, energetiche e succhi di frutta
- Conservanti e coloranti
Secondo molti testi, i praticanti dovrebbero ricavare il loro apporto energetico per il 56-65% da fonti animali e per il resto da vegetali. Le proteine dovrebbero essere il tra il 19-35% della dieta, 22-40% da carboidrati, e 28-58% da grassi. Ci sono elenchi molto esaustivi nel web dato che la paleo diet è stata la dieta più ricercata con Google negli Stati Uniti nel 2013 secondo un’indagine riportata dalla CNN.
E quanto bisogna mangiare? Occorre fare calcoli complicati di calorie?
A quanto pare no; i nostri antenati non avevano bilancine e calcolatrici e quindi l’unico strumento valido è la sazietà. Una volta sazi si finisce di mangiare. L’ingordigia ovviamente è bandita e si mangia quando si ha fame.
Per quale motivo dovremmo rinunciare a tutte le golosità inventate nei secoli dall’uomo e dare una mazzata a pane, pasta e pizza?
Il principio che sottostà alla dieta paleo è che esiste un legame tra geni e cibo e conseguentemente i nostri geni sono adattati per metabolizzare solo alcuni tipi di cibo, ovvero quello con cui si sono nutriti per migliaia di anni i nostri antenati cacciatori-raccoglitori che pertanto non soffrivano di diabete, ipertensioni, arteriosclerosi, colesterolo alto, perdita di massa muscolare e altri acciacchi che tanto oggi ci preoccupano.
La teoria della paleo diet considera che la struttura fondamentale del nostro genoma non si è modificata per consentire di metabolizzare perfettamente i nuovi cibi elaborati. Ovviamente i divulgatori della dieta offrono solo dettagliate informazioni scientifiche a supporto delle loro affermazioni.
La colpa di tutto sarebbe dell’agricoltura che ha reso l’uomo sedentario e ha portato nuovi ingredienti come cereali, legumi, latte e insieme a loro diabete, obesità, perdita di massa muscolare, arteriosclerosi e altre meraviglie che piacciono solo a Big Pharma.
La teoria della Paleo diet nasce negli anni ’70 (insieme al flower power) quando il gastroenterologo Walter L. Voegtlin pubblica per la prima volta “The Stone Age Diet: Based on In-depth Studies of Human Ecology and the Diet of Man” nel 1975, in cui sottolinea che la dieta umana nel paleolitico era sostanzialmente carnivora, ricca di proteine e grassi, con un consumo quasi nullo di carboidrati, e questa dieta poteva giovare a chi soffriva di problemi digestivi come colite, morbo di Crohn, sindrome del colon irritabile.
Si susseguono vari studi sempre sulla stessa linea che fanno riferimenti a studi su reperti archeologici e studiano le tribù eschimesi, aborigene e amazzoniche che ancora hanno una dieta simile.
Oggi uno dei promotori è il Dr. Loren Cordain, professore nel dipartimento di Salute e Scienze Motorie alla Colorado State University che, oltre ad una strabiliante quantità di articoli pubblicati su varie riviste, ha pubblicato anche un libro: “The Paleo Diet”. È lui il referente principale per questo tipo di dieta.
Torniamo tutti carvernicoli allora?
Le cose non sono così semplici perché ovviamente la teoria ha i suoi detrattori, e con ottime ragioni.
La prima è che non è affatto vero che non ci siamo evoluti nel corso degli anni e si cita il caso della mutazione genetica dei nordici che sono perfettamente in grado di assimilare il lattosio non solo in tenera età.
Altro argomento è che anche il cibo è stato drasticamente modificato. I pomodori non erano che bacche e famiglie intere di vegetali come i broccoli non sono neanche lontanamente associabili a quelli preistorici come conferma Christina Warinner dell’Università di Zurigo.
Non si hanno evidenze e prove scientifiche sull’esatta distribuzione tra proteine, grassi e carboidrati che facevano i cavernicoli, così come non è perfettamente certa la data in cui i paleolitici hanno cominciato a mangiare legumi e grani, ci sono reperti archeologici di rudimentali attrezzi che farebbero pensare ad una primitiva macinazione.
La distribuzione geografica e la varietà dei cibi non è considerata; la dieta degli Inuit al Polo Nord basata sostanzialmente su mammiferi acquatici non è uguale a quella degli aborigeni australiani e quindi cambiano i parametri di riferimento della dieta paleo che è statica, pensata su un modello “occidentale”.
Altro problema non da poco: non è detto che i nostri antenati erano poi in così in buona salute. Studi fatti nel 1990 da Ana Magdalena Hurtado e Kim Hil, della Arizona State University di Tempe, sulla tribù amazzonica degli Hiwi, che hanno una dieta frugale e simile a quella ipotizzata dalla paleo, rilevano che sono malnutriti, affamati, soffrono di parassitosi intestinale, la metà muore prima dei 15 anni e, se torniamo all’antichità, si sono trovate mummie con arteriosclerosi.
Insomma come sempre vediamo il passato come l’età dell’oro e seduti da una comoda poltrona davanti al pc.
Quale potrebbe essere la morale di questa storia? In primo luogo tutte queste diete nascono negli Stati Uniti dove la percentuale di persone in sovrappeso e con gravi problemi cronici di salute è decisamente problematica e la causa è soprattutto un’alimentazione disastrosa piena di dolci, bibite gassate e prodotti alimentari elaborati industrialmente disponibili in quantità pressoché infinita. In due parole, non hanno nel DNA la dieta mediterranea (così usiamo lo stesso linguaggio). E ogni tot di anni nasce una nuova dieta di moda che pone divieti e limiti come precetti religiosi supportati da teorie affascinanti ma traballanti scientificamente (e la storia non è proprio la materia in cui l’americano medio primeggia) e dove per fortuna c’è sempre un messaggio saggio: mangiate più verdure e meno junk food, cibo spazzatura.
Comunque se volete immedesimarvi nel Pleistocene immergetevi nella lettura di questo libretto di culto degli anni ’60. E la paleo dieta avrá tutto un altro senso…
Fonti:
The paleo diet
The beginner’s guide to the paleo diet
Paleo diet, My personal Trainer
Paleolithic, diet Wikipedia
US News
How to Really Eat Like a Hunter-Gatherer: Why the Paleo Diet Is Half-Baked
Debunking the paleo diet: Christina Warinner at TEDxOU
Paleofantasy: What Evolution Really Tells Us about Sex, Diet, and How We Live,
Marlene Zuk Debucking the paleo diet
The sceptical nutritionist